Milano 20 settembre – Venerdì 27 ottobre è in programma uno sciopero generale dei lavoratori dei settori pubblici e privati. La giornata, perciò, sarà una di quelle da segnare nel calendario col bollino nero, per i tanti pendolari che quotidianamente raggiungono Milano con il trasposto pubblico. Treni, bus, metro e tram, infatti, sono a rischio.
Ne dà notizia il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha ricevuto la comunicazione da inizio luglio. A scioperare saranno i lavoratori rappresentati dalle sigle Cub, Sgb, Si-Cobas, Usi-Ait, Slai-Cobas e l’agitazione durerà l’intera giornata, compreso il primo turno montante per i turnisti.
Orario dello sciopero generale del 27 ottobre
Per i ferrovieri – spiegano i sindacati – lo sciopero è dichiarato dalle 21 del 26 ottobre 2017 alle 21 del 27 ottobre 2017. Non è ancora noto invece l’orario in cui si fermeranno i mezzi del trasporto pubblico locale.
Le ragioni dello sciopero del 27 ottobre
I sindacalisti chiedono di “Abolire le disuguaglianze salariali, sociali, economiche, di genere e quelle nei confronti degli immigrati; aumenti salariali, riduzione generalizzata dell’orario di lavoro e investimenti pubblici per ambiente e territorio; pensione a 60 anni o con 35 anni di contributi; abolire la legge Fornero; fermare le privatizzazioni e le liberalizzazioni; garantire il diritto universale alla salute, all’abitare, alla scuola, alla mobilità pubblica e tutele reali di reddito per i disoccupati; difendere il diritto di sciopero con l’abolizione delle leggi che lo vincolano; rigettare l’accordo truffa del 10 gennaio 2014 sulla rappresentanza; contrastare ogni tipo di guerra e le spese militari”.
“Il nostro – proseguono – è un mondo di disuguaglianze che continuano a crescere. Lo stiamo vivendo sulla nostra pelle e diventano ogni giorno meno sostenibili e mettono ormai in discussione lo stesso diritto all’alimentazione, alla salute, alla casa ecc. La ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale è diminuita dal 2010 al 2015 di mille miliardi di dollari. La metà più povera ha perso ben il 38%”. (MilanoToday)
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