L’appello all’unità del governatore ligure «Superiamo le divisioni: il programma si chiama Italia»
Milano 24 Settembre – Se sul palco di Atreju l’intesa con Giorgia Meloni è sempre più salda, alla fine del suo intervento Giovanni Toti incrocia Nello Musumeci, il candidato alla Regione Sicilia. Non si erano mai incontrati, ma un abbraccio spontaneo e sentito, con tanto di scambio dei numeri di cellulare, sugella un ideale passaggio di testimone come nelle staffette olimpiche.
Governatore Toti, dal palco Meloni ha gridato: «Italia, Italia, Italia, deve essere questo il programma di governo», lo sottoscrive”?
«Un programma che vede l’Italia tornare centrale in Europa nel dibattito per cambiare l’Ue, un’Italia che sta più attenta ai suoi cittadini. Mi riferisco a quelli che sono entrati nella fascia di povertà, ormai 5 milioni: pensate che mentre il 31% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo esce dalla fascia di povertà, il 10% di quella italiana ci è entrato. Un’Italia che è più attenta ai suoi confini, che è più attenta alle periferie delle sue città dove vivono tanti italiani. Se questa è l’Italia dei patrioti richiamata qui ad Atreju la sottoscrivo ».
Pontida e Fiuggi sembrano aver portato alla luce alcune divisioni su alcuni temi come Europa e leadership, Atreju invece vi ha riunito tutti. È così?
«Atreju ha certamente unito, però a dire il vero neanche Pontida e Fiuggi a mio avviso ci hanno separato. Sono state due legittime manifestazioni di partito e io ha partecipato a entrambe: ho chiuso la giornata del convegno di Tajani a Fiuggi e domenica scorsa ero con un mio alleato importantissimo in Liguria che è Salvini. Oggi sono qui alla festa di Fratelli d’Italia perché continuo a vedere un centrodestra che ha tre gambe. E dico anche che per reggersi il tavolo ne ha bisogno di un’altra»,
Il Rosatellum bis, però, rischia di lacerare un’intesa che esiste nei valori di fondo.
«II Rosatellum ha dei collegi dove per vincere bisognerà crescere insieme e ha una quota proporzionale che garantirà ai singoli partiti, eventualmente,di rispettare e di manifestare sensibilità elettorali che sono anche diverse. Dopodiché non è un mistero che io sarei per andare oltre il Rosatellum bis: sono per un percorso che ancor prima che nelle tecnicalità della legge elettorale abbia una potente volontà politica che spinga all’unità. Io vedo il centrodestra come un federazione sul modello del partito Repubblicano o Conservatore che ha varie anime al suo interno »
Una federazione ha comunque bisogno di un leader…
«Vorrei essere molto chiaro: del tema della leadership non me ne frega nulla. A me interessa come si seleziona la classe dirigente: usiamo il merito, la formazione, l’impegno e la cultura per selezionare i nostri quadri, i nostri dirigenti per i prossimi trent’anni».
Presidente, qual è il metodo però?
«Lo ripeto: il merito, la capacità di consenso, il lavoro sul territorio…»
E le primarie”?
«In America esistono i caucus mentre le primarie del Pd sono state uno schifo. Insomma, possono essere tranquillamente le direzioni a fare le giuste valutazioni circa le capacità e il radicamento territoriale dei cittadini. In Liguria, ad esempio, posso dire per certo che sta avvenendo una selezione di classe dirigente: come gli assessori che ogni giorno sudano con me e chi dopo aver conquistato la Regione ha saputo vincere a Savona, Genova e La Spezia».
Facciamo fantapolitica, la corte di Strasburgo da cattive notizie e Berlusconi non risulta candidabiIe…
«Non accadrà, arriverà il verdetto e sarà candidabile. E io lo voterò».
Se non dovesse esserlo allora lei chi sceglierebbe,tra Meloni,Salvini,Zaia, Tajani o Toti stesso”?
«Non è la tombola. Tutti possono essere i candidati,nessuno può essere il candidato».
Ant. Rap. (Il Tempo)
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