Milano 25 settembre – Grazie alla solidarietà degli italiani più di 33 milioni di euro erano stati raccolti con gli Sms l’indomani del terremoto che il 24 agosto 2016 ha fatto crollare diversi comuni del Centro Italia. Nemmeno un euro di questi soldi sono giunti nelle casse del comuni colpiti. A dirlo è Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, dal palco di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. La Procura ha aperto un’indagine – lo riporta Il Fatto Quotidiano – e il pubblico ministero di Rieti sentirà nei prossimi giorni Pirozzi sulle donazioni mai arrivate.
“Io penso che tutte le persone che hanno versato due euro con gli Sms l’abbiano fatto per Amatrice, per Norcia, per Arquata…per tutti quei comuni che il 24 agosto hanno subito il dramma”. Sono le parole che il sindaco di Amatrice pronuncia ad Atreju. E continua: “Hanno deciso di non dare nulla non rispettando la volontà popolare. E questo è devastante perché poi la gente non crede più a nulla”. Addirittura – sempre a detta di Pirozzi – quella che lui chiama “una commissione di saggi che tanto saggi non sono” aveva deciso di destinare parte di quei soldi per una pista ciclabile a Civitanova, comune non colpito da sisma. Il primo cittadino di Amatrice ringrazia gli italiani per i soldi donati perchè lui “ha sentito tanta solidarietà”, ma conferma che purtroppo “i fondi degli sms non sono giunti”.
Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano nei prossimi giorni Pirozzi sarà convocato dai magistrati che hanno aperto un fascicolo contro ignoti e avviato indagini specifiche sugli Sms solidali. La Procura di Rieti, infatti, vuole verificare la correttezza o meno della raccolta e dell’assegnazione dei fondi attraverso i messaggi da 2 euro che molti hanno inviato subito dopo il terremoto.
Sindaco Accumoli: “Iter poco trasparente, Comuni non avvisati” – Anche il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, raggiunto dalle telecamere di Tgcom24, ha confermato le parole di Pirozzi. “Sappiamo che c’è stata una commissione che doveva avere il compito della distrubuzione dei fondi per i comuni più compiti come Arquata del Tronto, Accumoli e Amatrice”, afferma Petrucci spiegando che però “noi non siamo stati avvisati”.
“Nessuno ha beneficiato dei fondi tranne Arquata che era venuta a conoscenza dei fondi e aveva fatto richiesta per il finanziamento della ricostruzione della sede comunale”. “Gli altri comuni non sono stati coinvolti, non hanno messo un bando per la presentazione dei progetti”. L’iter quindi “non è stato molto trasparente”. La colpa dunque non è delle amministrazioni: “Noi non siamo stati avvisati – ribadisce -. O si ripartivano in maniera equa per territorio o si istituiva un bando”. E non è stato fatto nulla di ciò.
La Protezione civile risponde: “Nessun euro donato è sparito” – Il dipartimento della Protezione civile sottolinea che “nessun euro donato dagli italiani è sparito. Infatti, i fondi raccolti, come stabilito nel Protocollo d’intesa con gli operatori della comunicazione e della telefonia, nonché dalla legge 229 del 2016 che ne disciplina il funzionamento, sono destinati a interventi in favore dei territori colpiti dal sisma”. Lo afferma il dipartimento, aggiungendo che le donazioni sono nella contabilità del commissario straordinario.(Tg.com)
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