Il decreto confermato dal ministro prevede guinzaglio, museruola e niente razze aggressive per i pregiudicati.
Il 6 settembre 2013, sulla Gazzetta Ufficiale, è stata pubblicata l’ordinanza del ministero della Salute sul rapporto cane /uomo. A una prima e rapida lettura pare che non ci sia molto di nuovo. Si tratta della reiterazione di vecchie ordinanze e decreti con una maggiore responsabilizzazione del proprietario che ora diventa anche l’eventuale affidatario di un animale di proprietà altrui. Forse per la prima volta si cita l’obbligo , per chi desidera un cane, di assumere informazioni sulle caratteristiche fisiche ed etologiche e questo è importante.
Viene ribadito l’obbligo di raccogliere le feci, e quindi «avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse». Questo è un passo eccellente, ma solo se ci saranno sanzioni adeguate, perchè chi non ama particolarmente i cani, spesso si appella (giustamente) al grado d’inciviltà degli italiani che non raccolgono le deiezioni dei propri quattrozampe. Ancora una volta si accomunano tutti i cani sotto una stessa bandiera, ignorando quanto è sotto gli occhi di tutti. Il recentissimo episodio dell’anziana messinese morta a causa dei morsi del Dogo argentino di famiglia dovrebbe invece fare riflettere sul fatto che questi incidenti mortali, che colpiscono anziani e bambini, sono causati da un numero molto ristretto di razze verso le quali il mondo intero ha preso qualche tipo di provvedimento. Solo noi insistiamo a parificare la pericolosità di un Rottweiler con quella di un Volpino. Oltre tutto, per prevenire danni a persone o animali l’ordinanza impone regole severe per i luoghi pubblici, mentre è noto agli esperti che le aggressioni mortali avvengono quasi sempre in ambito familiare. A proposito delle aggressioni gravi, che sono gli eventi più impressionanti, le regole che abbiamo adesso e che l’ordinanza ribadisce, non funzionano.
Un esempio capitato ad amici pochi giorni fa. Un cane di tredici anni, grossa taglia, improvvisamente e apparentemente senza ragione, morde severamente un bambino di tre anni (con cui aveva giocato dalla nascita) cui vengono applicati diversi punti di sutura. Esce il veterinario pubblico, il quale, in base a un punteggio, ordina al proprietario di seguire un corso di addestramento per ottenere il patentino. Il proprietario, che pure adora il cane, è terrorizzato da una possibile altra aggressione, magari mortale. Piuttosto che sapere il proprio cane anziano nella gabbia di un canile a finire la sua vita miseramente ne chiede l’eutanasia. Non si può, perchè il punteggio assegnato è ancora basso e lo costringe o a fare il famoso corso o a disfarsi del cane .E se mentre va a scuola il cane devasta il bambino? So che gli animalisti (estremisti) non vogliono sentir parlare di eutanasia, ma se io dovessi sapere la mia sedicenne e malata Lulù (che dorme ogni notte sul mio letto) nella fredda gabbia di un gattile, la preferirei morta.
OSCAR GRAZIOLI (Il Giornale)
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