Ecco il perché gli italiani non si accorgono della ripresa

Attualità

Milano 26 Settembre – La situazione deve essere davvero grave visto che se n’è accorto anche il “Corriere della Sera”. Vale a dire il più importante quotidiano italiano su cui scrivono gli ideologi del Pensiero Unico come Mario Monti, Alberto Alesina, Francesco Giavazzi.

E’ stato pubblicato, infatti,  un lungo articolo che spiega un po’ di cose. A cominciare dal fatto che l’ottimismo del governo sulla ripresa è veramente eccessivo. Appena l’1,5%nel 2017 e ancora dimeno l’anno prossimo. Un risultato ben lontano dal resto d’Europa (2,2%). Siamo indietro dello 0,7% che non si discosta in maniera significativa dal ritardo dell’1% annuo che l’Italia ha accumulato da quando c’è l’euro. Non a caso il Pil è ancora di sei punti inferiore quello del 2007. E se Pil pro capite era di 28.700 euro dieci anni fa, nel 2016 è stato di 25.900 euro. Ogni italiano deve recuperare ancora 2.800 euro per tornare ai livelli pre crisi. La ripresa ha fatto guadagnare appena 25 euro al mese. Una mancia che non cambia la vita delle famiglie. Nel frattempo, come spiega l’ufficio studi di Confcommercio, le persone in povertà assoluta sono raddoppiate, da 2,4 milioni nel 2007 a 4,7 milioni nel 2016. E così il tasso di disoccupazione passato dal 5,7% del 2007 al 11,3%: da 1,5 milioni a 3 milioni di individui. L’Inps aggiunge che un nuovo assunto su quattro nel 2017 è precario. Le retribuzioni lorde nel secondo trimestre sono scese dello 0,3% rispetto ad un anno prima.

Le cifre dimostrano che l’ottimismo del governo è ingiustificato. Ma soprattutto confermano che l’Italia è sempre sull’orlo del baratro. Abbiamo ottenuto risultati assai poco lusinghieri in un momento irripetibile della congiuntura mondiale. Che cosa accadrà ora che l’euro torna a salire e il petrolio sta rialzando la testa? Restano i tassi bassi provocati dalla politica della Bce. Ma neanche questi dureranno a lungo. Poi tornerà lo spettro della crisi.

Ernesto Preatoni blog

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