Il centro sociale Lambretta devasta i muri della zona Nessuno sgombera, i residenti studiano proteste choc
Milano 30 Settembre – «Il Lambretta ha fatto Bingo». Con questo slogan-provocazione lo scorso 11 febbraio il centro sociale Lambretta, che festeggia cinque anni di «attività» e parecchie occupazioni nel curriculum, timbrava la conquista dell’ex sala giochi di via Val Bogna 10, zona Calvairate. Nelle ultime settimane si è allargato, ha preso anche uno stabile accanto per aprire un ristorantino, ovviamente esentasse. Sette mesi di convivenza difficile per i residenti della zona, e la pazienza è arrivata al limite. Dal Municipio 2 e dagli inquilini dei palazzi costantemente presi di mira dai no global con le bombolette spray sono partite continuamente richieste di sgombero. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la passerella ad agosto del sindaco Beppe Sala in via Tito Livio 7 e via Verro 78, dove sono partiti i lavori per il primo quartiere a basso impatto energetico. «Milano punta ad essere una smart city» e il quartiere del Calvairate è sembrato subito un fiore all’occhiello della città. I residenti raccontano un’altra storia. Fotografano i muri dei loro palazzi devastati – e deprezzati – dalle incursioni di quei «bravi ragazzi» del Lambretta. Un cittadino che conosce bene alcuni frequentatori del centro sociale e le loro famiglie si domanda come mai i loro condomini siano «stranamente intonsi». E più del degrado e del disturbo notturno, segnala che il Lambretta rischia di diventare anche un pericolo pubblico: «Gli autonomi si sono allacciati alla rete della corrente, con il serio rischio – riferisce – che questo provochi un black out nella zona o un incendio in qualche loro impianto, un rischio per chi frequenta il posto e per i vicini, visto che il Lambretta confina con altri palazzi». Hanno presentato esposti, hanno richiesto l’intervento – da febbraio ad oggi – di polizia, vigili, carabinieri, più volte e sempre senza esito. La parola sgombero non sembra all’ordine del giorno. Ora i residenti pensano di organizzare qualche protesta choc, ben consapevoli che probabilmente i no global resteranno impuniti e loro saranno sanzionati. Le famiglie stanno valutando, l’opzione più gettonata è o «sciopero» della Tari, la tassa sulla spazzatura, visto che toccherà loro spendere parecchio per ripulire i muri di casa, col rischio di vederseli imbrattare in tempo zero. Potrebbero bloccare il traffico durante una delle tante serate di festa fino all’alba (avranno l’imbarazzo della scelta) oppure organizzare delle ronde notturne per prevenire ulteriori imbrattamenti.
Al Lambretta intanto si preparano ad ospitare il 13 e 14 ottobre «Thc Fest», due giorni di «approfondimenti e workshop» sui poteri della cannabis, «con corsi di coltivazione base e avanzata». Gli organizzatori garantiscono che sarà l’unica festa «ad alto tasso di principio attivo». Ci fidiamo sulla parola. I residenti chiederanno un controllino alle forze dell’ordine. L’ennesimo.
Chiara Campo (Il Giornale)
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