Milano 1 Ottobre – Questa è una strana storia, quella di un Comune che non lascia portare la schiscetta da casa, ma non ha problemi a far entrare multinazionali del cibo in mensa, perché brandizzino il pranzo dei bambini. Intendiamoci, io non sono socialista: ben vengano le grandi imprese del cibo. Ma non si capisce la coerenza del discorso. Sala lancia, infatti, un bando per collaborazioni specifiche su progetti di alimentazione sana. Portati avanti, quindi, da aziende in collaborazione col Comune. Ma il passaggio più curioso è questo:
Le iniziative dovranno essere gratuite per i bambini e le famiglie che parteciperanno e non ci sarà passaggio di denaro neanche con Milano Ristorazione. Quindi, ogni azienda dovrà sostenere autonomamente il proprio progetto. Ma anche idearlo: “Lasciamo spazio alla loro creatività “. Per le aziende “potrebbe essere una fonte di pubblicità, ma il progetto deve essere in linea con la mission”. Dovrà rispettare le regole e le linee guida di quanto stabilito da Palazzo Marino e Milano Ristorazione che vigileranno anche perché non ci siano contenuti che promuovano droghe o attività pericolose o che siano legati a pornografia, violenza o in qualche modo discriminatori.
Il passaggio è tratto da Repubblica. E dimostra quanto poco Sala abbia capito del mercato, pur essendoci dentro da qualche decennio. Ovviamente non faranno pagare i bambini. Ovviamente non faranno pagare il Comune. Ovviamente. Avere il monopolio della pubblicità su dei consumatori di quell’età è impagabile. Inoltre, il requisito della gratuità esclude immediatamente tutti i piccoli produttori. Tutti i principali attori del made in Italy. Tutti i produttori del Km 0. Forse persino Eataly non è in grado di competere, in una cosa del genere. Ci vogliono Kellog’s. Forse McDonald’s. Che sicuramente non inciteranno all’uso di droghe, di pornografia (quanto pervertiti si deve essere per pensare che qualcuno possa somministrare con il pasto spettacoli osé ad un pubblico di bambini di sei anni?), attività pericolose o discriminatori. Il mercato fa una sola discriminazione. Chi consumerà e chi no. Ecco perché è pericolosissimo mischiarlo con la coercizione statale. Non possiamo ridurre i bambini come il protagonista di Arancia Meccanica alla fine, con gli occhi aperti a forza, davanti ad un monitor. Qui abbiamo una giunta che inchioda una generazione a tavola con delle multinazionali che li imboccano. Il mercato, lo ripeto, deve essere competizione, libertà e scelta. Non questa porcheria in cui dici al lupo come vestirsi e se è abbastanza credibile nel trasferimento lo chiudi nel recinto, perché pensi che vestirsi da agnello sia sufficiente a fargli cambiare dieta. L’unico sistema perché il gregge si possa difendere è vivere in vaste pianure, con branchi di cani e lupi in competizione tra loro e la possibilità per le pecore di scegliere con chi stare ed a che prezzo. In sostanza, Sala cerca complici per le polpette di pesce 2.0. Quello che avrà sarà una mercificazione dei bambini Milanesi. Cosa della quale, sono certo, andrà pure fiero.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,