Milano 3 Ottobre – Non si può parlare di untori in corsia, ma due domande sull’irresponsabilità di talune figure professionali andrebbero fatte. Succede che l’assessore alla Sanità Lombardo, Giulio Gallera, faccia una riflessione di buon senso: se imponiamo le vaccinazioni ai bambini, causa epidemia in corso, allora altrettanto dovremmo fare con chi vi entra in contatto più spesso, cioè i medici. Ma il Ministero risponde picche, mancano i fondi. Poco male, la Lombardia li ha e quindi offrirà il trattamento gratis. Fin qui tutto normale, io, però, avrei un paio di domande da farmi, partendo dalle parole riportate da Repubblica:
“Anche se – ragiona Gianpaolo Micheloni, che al Niguarda è responsabile della partita – il punto non sono tanto i dipendenti dell’ospedale, quanto tutti quei lavoratori di altre aziende, che qui hanno appalti e per questo sono presenti ogni giorno in ospedale. Si pensi, per esempio, ai dipendenti delle ditte che si occupano di pulizia o della mensa: si tratta di molte persone, tra le 300 e le 400, che dovrebbero essere sottoposte agli stessi controlli del personale sanitario. Stesso discorso per specializzandi, studenti, borsisti: in alcune realtà estere, come il Karolinska Institutet di Stoccolma, i borsisti non possono accedere ai reparti se non presentano i certificati vaccinali. Anche qui sarebbe necessario”.
Ecco, io mi permetto di dissentire. Il problema sono ESATTAMENTE i medici. E non per questioni epidemiologiche. Almeno, non solo. Lo sono soprattutto per problemi culturali. Noi siamo in trincea. Stiamo combattendo una guerra. Una guerra contro i disinformatori, quelli che credono che nei vaccini ci siano i metalli pesanti, quelli che credono che controllino la mente (non la loro, per evidente mancanza di un bersaglio) e quelli che credono che siano dei ritrovati alieni. Ecco, se i medici non si vaccinano e non danno il buon esempio abbiamo un problema di comunicazione. Che rischia di farci perdere la guerra. D’altronde che il Governo non abbia trovato i soldi è già abbastanza ridicolo, ma risulta anche sospetto. Ed il sospetto è che questa guerra abbia un fronte segreto. Per cui occorra addirittura fare pressione su dei professionisti del settore che non dovrebbero avere alcun problema a vaccinarsi. Il secondo dubbio è sui soggetti esterni. A me pare molto uno scaricabarile. I borsisti dovrebbero essere coperti: qui il problema sono le generazioni precedenti in cui la copertura era molto meno estesa. I fattorini non si dovrebbero avvicinare agli infettivi. In ogni caso, se vogliamo essere più scrupolosi, in fase acuta, non vedo problemi. Ma se non iniziate voi, se non diventate le prime sentinelle, chi lo farà spontaneamente? In sintesi, se non danno l’esempio i medici chi potrà farlo?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,