– Hai mai sentito parlare di Sekhmet? – chiesi. Filippo, ancora visibilmente infervorato dalle parole che aveva pronunciato, scosse la testa.
– Sekhmet, raffigurata come una donna dalla testa leonina, era l’antica dea egizia della guerra e della medicina – iniziai a spiegare. – Rappresentava la scomposizione, la distruzione di ciò che non può durare o che è cattivo: ma era anche la dea della guarigione. Spesso era assimilata o confusa con sua sorella, la dea gatta Bastet che da lei discendeva. Bastet, dea della seduzione, era una sorta di versione addolcita di Sekhmet. Bastet e Sekhmet avevano la capacità di identificarsi l’una nell’altra. In realtà, tutte le divinità femminili egizie, potevano identificarsi l’una nell’altra e assumere di volta in volta aspetti pacifici o manifestarsi come leonesse estremamente feroci.
– Insomma, Sekhmet è l’esatta rappresentazione del mio gatto – sentenziò Filippo. – Per fortuna è un maschio, altrimenti sarebbe anche più pericoloso!
– Non solo Sekhmet – precisai – ma tutte le dee impersonate dalla Gatta figlia di Ra: Hathor, Tefnut, Uadjet, Bastet … erano imprevedibili e potevano assumere diverse identità. Avevano una natura indocile e impietosa, e si cercava di placarle con sacrifici; ma Sekhmet soprattutto si rivelava implacabile. Secondo una leggenda, un giorno la terribile dea si fece travolgere dalla sua furia e sparì. Il dio Thot che la scovò, la convinse a fare ritorno in Egitto. Quando tornò, si era però trasformata da terribile leonessa in dolce gatta: cioè in Bastet. Da allora Bastet fu considerata la dea della fertilità, della musica, della sensualità, della sessualità, della purificazione e del potere femminile.
– Come mai il mio sprone ad attaccare anziché piegarti dinanzi al temperamento del tuo bello ti ha fatto pensare a Sekhmet? – chiese Filippo
– Perché in pratica mi stavi dicendo che per avere successo in amore dovrei smettere di comportarmi da gattina docile e comprensiva per trasformarmi in leonessa aggressiva.
– No – precisò lui: – piuttosto a volte è necessario che prevalga una qualità, e a volte l’altra. Dovresti stabilire ciò che vuoi, e poi lottare per ottenerlo. Secondo me dovresti imparare a essere affettuosa, seducente e aggressiva nello stesso tempo. La natura duale delle divinità egizie invita a un percorso continuo di distruzione e di ricostruzione interiore che è anche adattamento alle circostanze, poliedricità.
Dal libro ‘Dea di seduzione’ di Michela Pugliese
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