Milano 5 Ottobre – Il comune di Roma ha deciso di non sostenere economicamente la manifestazione AltaRoma.
La sindaca Virginia Raggi, per riorganizzare le aziende partecipate dal Comune di Roma, ha deciso, insieme al suo Consiglio, di non agevolare economicamente la manifestazione romana.
Altaroma, che già nel 2015 aveva chiesto sostegno economico al Campidoglio (e indirettamente all’allora primo cittadino Ignazio Marino n.d.r.) per ben 250 mila euro, oggi vede mancare un supporto economico che permetteva la mise en scene di un evento che, dalla sua fondazione a oggi, è stato fucina per molti talenti del design italiano e ha omaggiato i grandi dell’Haute Couture del Made in Italy.
La colpa, però, non è attribuibile alla sindaca penta stellata, almeno non del tutto.
Il riassetto delle società finanziate dal Comune di Roma era già in delibera nel 2015 e oggi è stato attualizzato dalla Raggi.
Il Campidoglio capitolino, con il taglio di ben venti enti su trentuno (compreso chiaramente Altaroma) risparmierà circa 90 milioni di euro che si spera, in fondo, siano utilizzati per la sicurezza della città e del suo hinterland, sempre più emarginati e abbandonati a se stessi.
La soddisfazione di Virginia Raggi che ha definito queste società un “Bancomat della politica” è stata gelata da Altaroma che, a oggi, non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
La Stessa Camera Nazionale della Moda Italiana ha preferito intraprendere la strada del silenzio in attesa di nuovi sviluppi.
Tutti ora si chiedono quale sarà il destino della kermesse capitolina.
Osiamo solo immaginare cosa significherebbe per i giovani talenti del nostro osannato Made in Italy, vedere ridimensionata (o peggio ancora, perdere) una vetrina così prestigiosa.
Se negli altri Paesi europei la cultura, la moda, assieme ai musei e i luoghi di aggregazione vengono supportati e ampliamente valorizzati dalle Istituzioni (la Svezia, ad esempio, è l’olimpo d’oro di questa tendenza nell’ottimizzare il patrimonio artistico e culturale del proprio Stato), l’Italia dimostra sempre meno interesse a valorizzare le sue ricchezze.
Il male incurabile della nostra bella Italia ha un nome: istituzioni.
Stefania Carpentieri
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