Milano 5 Ottobre – Le contraddizioni, se non altro, rendono la politica meno noiosa. E così appare un ricordo sfocato l’adunata (si fa per dire, visto il poco spazio riempito) di Bersani, D’Alema, e compagnia cantante a Piazza Santi Apostoli. Da lì, fu incensato l’ex Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, a leader di una cosa nuova, senz’altro “rossa”, che fu chiamata, provvisoriamente, “Insieme”.
Oggi, a tre mesi da quel giorno (era il primo luglio), gli echi dei buoni propositi si spengono nelle divisioni di due sinistre, a loro volta nate dalla divisione dal Pd. Da un lato, la linea intransigente di Mdp sul governo, che si concretizza nel contrasto al Rosatellum e nell’intenzione di non votare la nota di aggiornamento al Def, ma solo lo scostamento. Dall’altra, l’approccio dialogante di Pisapia. In questo clima nasce il ping pong tra l’ex Primo Cittadino di Milano e Massimo D’Alema. Quest’ultimo, ieri sera a Carta Bianca , su Rai 3, ha affermato: “Ho chiesto a Pisapia di essere più coraggioso e determinato, perché noi non possiamo continuare a discutere tra persone che si occupano di politica, dobbiamo coinvolgere i cittadini, presentare una piattaforma programmatica e a una grande assemblea nazionale che sancisca la nascita di questo soggetto a cui dobbiamo dare un nome, un simbolo”. L’ex premier, pur ribadendo che Pisapia è il leader, ha osservato come sia opportuno che si candidi “per avere maggiore legittimazione come leader”. E ha proseguito: “in ogni caso io ritengo che i candidati debbano sceglierli i cittadini, attraverso le primarie. Né io, né Pisapia, ma i cittadini”.
Stamane è arrivata la replica dell’ex sindaco di Milano. “D’Alema – ha detto – sa perfettamente che io sono a disposizione di un progetto unitario. Lui invece continua a fare dichiarazione che dividono. Lui era favorevole che oggi non si votasse lo scostamento di bilancio che avrebbe portato all’aumento dell’Iva. Io e altri abbiamo voluto fare un percorso diverso”. E poi l’affondo: “”Se pensasse al bene comune D’Alema dovrebbe fare, non un passo indietro, ma un passo di lato”. Insomma, il cantiere della sinistra è in litigiosa assemblea sindacale. E “Insieme”, al momento, rimane un miraggio.
Pietro di Leo (Il Tempo)
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