In San Babila i clochard si fanno la tendopoli. I commercianti «È uno schifo, ma nessuno interviene» 

Milano

Accampamento sotto i portici della Galleria San Carlo, grazie all’accoglienza senza regole della sinistra.

Milano 11 Ottobre – Da Corso Italia ai portici di San Babila è un attimo. I bei palazzi, i negozi chic, i ristoranti, i locali. E il degrado. Gente che dorme sui marciapiedi, che chiede l’elemosina col cane appoggiato sulle ginocchia, che monta tende da campeggio per passarci la none. Profughi, barboni, punkabbestia. Nel cuore di Milano, non certo in periferia. Dalle parti di Palazzo Marino – assessore Majorino in primis –  si vantano dell’accoglienza alla milanese, ma basta aprire gli occhi per vedere che questa ha tutti i tratti della disumanità.

E’ sabato sera, e il centro di Milano è tutto un brulicare di gente. Famiglie, gruppi di amici, coppie di fidanzati fanno la fila fuori dai ristoranti aspettando di sedersi a tavola. Mentre qualcun altro passeggia e dà un’occhiata alle vetrine dei negozi chiusi. Siamo lungo la galleria San Carlo, dove è impossibile non vedere anche l’esercito di sbandati che, cani al guinzaglio, si attrezza per la nottata. Quattro tende occupano il vialetto. C’è chi le monta, e chi fa avanti e indietro portando sacchi colmi di indumenti. Non mancano nemmeno gli alcolici, chiusi dentro bottiglie e cartoni. Nessuno si avvicina. Nessuno osa passarci in mezzo. Troppa paura. Troppa insicurezza. E sabato sera, e balza all’occhio la contrapposizione tra chi va a cena e chi si accampa, ma potrebbe essere anche un lunedì qualunque, Pasqua, o il 25 aprile. Chi lavora e vive da queste parti racconta che ogni giorno è sempre la stessa storia. Alla mattina spariscono le tende, nascoste chissà dove, ma compaiono i cartoni e i bicchieri dove farsi lasciare una moneta. Quando si fa sera, poi ricomincia il cido. Coi cani sempre presenti.

«Alcuni sono aggressivi, ringhiano. I vigili dovrebbero chiedere l’intervento dei veterinari, per accertarsi della loro salute», spiega Stefa”Comitato San Babila”, un centinaio tra residenti ed esercenti che vogliono «riportare sicurezza, ordine, decoro e vivibilità in un’area centrale che dovrebbe essere lo specchio della nostra città». I controlli, invece, sono rari. Tanto che anche i commercianti della Galleria San Carlo si sono ormai arresi al degrado. «E uno schifo, lo sappiamo. Ma se si fa un blitz ogni tanto non serve a Mente, c’è poco da fare. Mentre se si interviene ogni giorno, forse qualcosa lo si ottiene. Oppure dobbiamo aspettare che succeda qualcosa di brutto? Questa situazione è pericolosa e la gente ha paura».

II quartiere, però, già sfregiato dal cantiere abbandonato del Borgogna Parking, è anche largo Corsia dei Servi, corso Europa, corso Vittorio Emanuele II, piazza San Babila, corso Monforte. Una serie di portici trasformati in residenza fissa dai senzatetto. Tra il Mc Donald’s di via Durini e l’angolo tra piazza San Babila e corso Monforte, alla sera, ce ne sono una decina in appena duecento metri. Ognuno ha la sua postazione, occupata con cumuli di cartoni accatastati uno sopra l’altro. In fondo a Galleria San Babila, poi, il parcheggio occupato dai venditori di libri africani durante il giorno, di notte diventa la latrina perfetta di chi vive per strada.

E pensare che questo scorcio di Milano, segnato in rosso su tutte le guide turistiche, dovrebbe essere il miglior biglietto da visita della città. Invece, è la peggiore fotografia dell’accoglienza senza regole targata Pd. Un fallimento che non fa onore a nessuno.

Massimo Sanvito (Libero) 

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