Dai cavalli agli asini, dai delfini ai gatti fino ai pesciolini. Aiutano nelle terapie su anziani, bimbi down e autistici.
Una leggera vibrazione a bassa frequenza, il diaframma spinge l’aria verso le corde vocali e genera una dolce melodia. Fin dai primi giorni di vita i micini (non possono ancora miagolare) iniziano a esercitarsi con questo suono rassicurante, comunicando a mamma gatta che va tutto bene. E lei risponde, nello stesso modo per tranquillizzarli. Le loro fusa sono un incantevole linguaggio con cui dicono: siamo felici e rilassati. Quel grazioso “ron ron” fa bene anche a noi. Tenere in braccio un gatto che fa le fusa abbassa i livelli di stress, regolarizza i battiti cardiaci e diminuisce del 40% i rischi di malattie del cuore. Se non bastasse, le fusa hanno una frequenza che varia tra i 20 Hz e i 50 Hz, il “range” ideale per accelerare i processi di calcificazione delle ossa rotte. Non stupisce quindi l’utilizzo dei piccoli felini all’interno delle Spa giapponesi, dove le mani del massaggiatore sono state sostituite dalle zampette del micio di turno.
Quale leggero movimento del gatto (in inglese kneading), come a voler impastare il pane, per lui è una sensazione di benessere, perché libera le endorfine, per la schiena del cliente è altrettanto piacevole e rilassante. E se a New York accompagnano i padroni alle sessioni di yoga, i tutto il mondo, Italia compresi, si moltiplicano le caffetterie con i gatti accoccolati sulle poltrone.Negli anni Sessanta fu lo psichiatra infantile, Boris Levinson, a enunciare le sue teorie sui benefici della compagnia degli animali, che egli stesso applicò nella cura dei suoi pazienti. Oggi la pet therapy, che solo recentemente ha ottenuto il giusto riconoscimento, trova ampia applicazione in molti settori socio-assistenziali, tra i quali case di riposo, ospedali, comunità di recupero. Tutti sappiamo quanto faccia bene convivere con un cane: non c’è miglior psichiatra al mondo come un cucciolo che ti lecca il volto.
Il solo fatto di essere “un gentiluomo”, come diceva lo scrittore Mark Twain, lo rende terapeutico. Alcuni ricercatori sostengono che vivere con due o più cani (e gatti) dimezzi i rischi di avere allergie. Secondo lo studio della University of California di San Francisco la presenza di cani in casa genererebbe polvere che proteggono i più piccoli dal virus respiratorio Sinciziale, il virus stagionale cui sono dovute diverse affezioni delle vie respiratorie dei bambini (tra cui l’asma infantile). La ricerca Kuopio, in Finlandia, condotta per 12 mesi su 400 piccoli di appena un anno, ha dimostrato che coloro che vivevano con animali domestici mostravano una riduzione di alcuni disturbi come tosse, respiro sibilante e rinite (-30%) e di problemi alle orecchie (-50%). Sembra arrivare da molto lontano invece il lato terapeutico dei delfini: la leggenda da collegare la loro origine a una punizione che Dionisio inflisse a un gruppo di pirati: dopo averli lanciati in mare, pensò bene di trasformarli in delfini e, da quel momento, questi animali avrebbero sviluppato una forma di melanconico affetto verso gli esseri umani. Pare che l’intelligenza dei delfini sia superiore anche a quella degli scimpanzé. Come loro, i delfini hanno la capacità di utilizzare strumenti a trasmettere caratteri culturali acquisiti. Hanno coscienza e autocoscienza: si riconoscono allo specchio. La delfino terapia aiuta i bambini con disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza, quelli affetti da autismo e sindrome di Down.
Nuotando accanto a questi bellissimi animali si risolvono più velocemente problemi di deambulazione, di coordinazione e armonia del movimento. Anche l’ippoterapia ha origini lontane: i benefici effetti del cavallo furono intuiti in epoche remote e la prescrizione dell’equitazione a scopo terapeutico si riscontra già nell’opera di Ippocrate di Coo (460-370 a.C.). In Italia, invece, l’ippoterapia è stata introdotta seriamente solo negli anni Settanta e si rivela preziosa nei casi di paralisi cerebrale infantile, autismo o sindrome di Down. E dopo traumi da incidenti. E c’è anche lonoterapia, diffusa in Francia, Stati Uniti e Svizzera, è la pet therapy praticata con gli asini. Solo di recente ha fatto il suo ingresso nei centri di riabilitazione italiani, in soccorso di chi soffre di disturbi della personalità, di cardiopatici, persone diversamente abili e non vedenti. Inoltre gli asini sono bravi a calmare ansiosi e stressati. E chi l’avrebbe detto che i rapaci sono in grado di curare la depressione? L’Asl di Novara sta portando avanti un progetto (unico) con buoni risultati, sull’utilizzo della falconeria nel trattamento dei pazienti con disagi mentali. E per concludere ecco la fishtherapy, tra cura e trattamento di bellezza dei piedi: bisogna affidarsi ai Garra Rufa, “pesci dottore” d’acqua dolce calda che vivono in Turchia, Iraq, Siria e Giordania. Si nutrono della pellicine morte e fanno bene alla circolazione sanguigna. Massaggio e pedicure sono assicurati se si sopporta il solletico.
DANIELA MASTROMATTEI (Libero)
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