Tutti i big alla manifestazione al San Carlo: «Decisivo per imprese e servizi»
Milano 16 Ottobre – Tutti per il Si. Assessori e consiglieri regionali, sindaci, presidenti e consiglieri di Municipio. E poi il video-messaggio finale del leader Silvio Berlusconi, impegnato in un’altra iniziativa a Ischia ma convinto che il referendum di domenica sia «l’occasione di dare il via ad un processo di revisione concordata degli assetti dello Stato, che consenta alla nostra Regione di essere ancora più efficiente e di crescere meglio e più in fretta, al servizio dei cittadini lombardi», quei lombardi che «con la vittoria del Si al Referendum avranno come conseguenza di essere gravati da minori tasse». Forza Italia ha sancito così, con tutti i suoi eletti riuniti al teatro San Carlo, il coronamento di una mobilitazione straordinaria che nelle ultime tre settimane ha visto organizzare 130 eventi in tutta la Regione.
Tutti per il Si. Assessori e consiglieri regionali, sindaci, presidenti e consiglieri di Municipio. E poi il video-messaggio finale del leader Silvio Berlusconi, impegnato in un’altra iniziativa a Ischia ma convinto che il referendum di domenica sia «l’occasione di dare il via ad un processo di revisione concordata degli assetti dello Stato, che consenta alla nostra Regione di essere ancora più efficiente e di crescere meglio e più in fretta, al servizio dei cittadini lombardi», quei lombardi che «con la vittoria del Sì al Referendum avranno come conseguenza di essere gravati da minori tasse». Forza Italia ha sancito così, con tutti i suoi eletti riuniti al teatro San Carlo, il coronamento di una mobilitazione straordinaria che nelle ultime tre settimane ha visto organizzare 130 eventi in tutta la Regione, con il coordinamento dell’ex sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, con i giovani e i seniores di Enrico Pianetta. «Forza Italia si è impegnata moltissimo» ha riconosciuto il governatore Roberto Maroni. Lo hanno fatto, gli azzurri come i leghisti, su un doppio fronte: sostenere il Sì e incoraggiare un’alta partecipazione al voto – condizioni entrambe necessarie per avviare un percorso di autonomia che per gli azzurri vuol dire soprattutto buon governo, efficienza, meno tasse e più meritocrazia. «Lombardia autonoma, Italia più forte» lo slogan scelto dagli azzurri, convinti che una Lombardia speciale (non per Statuto ma per competenze ed «eccellenze») non sia un obiettivo che divida. «Maroni ha trasformato il referendum in un referendum dei lombardi» ha sottolineato la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini. Non è un referendum (solo) della Lega, non è un referendum solo del centrodestra (Maroni ha confermato che, in caso di vittoria, intende andare a Roma in delegazione anche con i sindaci del Pd) e non è un referendum solo dei lombardi. «La vittoria del Sì sarà una vittoria per tutta l’Italia» ha detto il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, ricordando che «se tutte le regioni italiane adottassero le buone pratiche della Lombardia, lo stato risparmierebbe 24 miliardi, parliamo del valore di una finanziaria».
E sono le eccellenze della Lombardia il cuore della partita. «Facciamo autostrade coi soldi dei privati – ha sottolineato l’assessore Alessandro Sorte – Quelle autostrade portano competitività, Milano, Bergamo e Brescia cresceranno più degli Usa». Delle eccellenze nella sanità ha parlato Giulio Gallera, mentre le esperienze della dote-lavoro e dell’apprendistato sono state illustrate da Valentina Aprea.
Sul palco sono saliti i deputati Mario Mauro, Elena Centemero e Laura Ravetto, Lara Comi e Giacomo Caliendo. Il capogruppo regionale Claudio Pedrazzini e i consiglieri regionali Lisa Baroni, Enrico Fermi, Carlo Malvezzi, Vittorio Pesato e Fabio Altitonante (coordinatore milanese) il capogruppo comunale Gianluca Comazzi con i consiglieri Silvia Sardone, Pietro Tatarella, Alessandro De Chirico e Fabrizio De Pasquale, mentre un battaglione di sindaci (Roberto Di Stefano, Alberto Villa, Marco Alparone) ha dato voce a quegli enti locali che, come ha detto il primo cittadino di Monza Dario Allevi, dai governi degli ultimi anni sono stati presi «a calci nel sedere».
Alberto Giannoni (Il Giornale)
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