Vince l’Inter perché in campo ha un campione che spicca tra tutti, Mauro Icardi. Che il tocco sia sporco o pulito non fa differenza, cerca il gol e il gol cerca lui, segna una tripletta che vale i tre punti e porta a casa il pallone.
Per il Milan di Montella la classifica ora è preoccupante, meno dieci punti dall’Inter, meno sette punti dal quarto posto occupato da Lazio e Juventus, il campionato è lungo ma il ritardo appare già come una montagna proibitiva da scalare, anche in virtù del fatto che questo Milan non ha ancora convinto. Qualche buon spezzone di gara qua e là contro Inter e Roma non sono sufficienti a far presagire il raggiungimento dell’obiettivo stagionale, la tanto sperata conquista di un posto per la prossima Champions League.Racconto e analisi tattica:
Il Milan col 3-5-2 inizia il derby lasciando l’iniziativa al 4-2-3-1 dell’Inter, non va in pressione sui due centrali difensivi Skriniar e Miranda che sono abbastanza liberi di impostare, prova a fare densità a centrocampo per chiudere le linee di passaggio posizionando cinque centrocampisti e le due punte che portano il primo pressing sui due centrocampisti bassi nerazzurri, Borja Valero prova a liberarsi galleggiando tra le linee alle spalle di Biglia che dopo averlo perso la prima volta al dodicesimo minuto con conseguente traversa di Candreva, non si fa più sorprendere.
Non funzionano gli interscambi in marcatura tra il centrale di parte Romagnoli e l’esterno sinistro Rodriguez, proprio da questa situazione nasce il primo gol di Icardi che scappa via dietro Bonucci e gira in porta l’assist dalla destra di Candreva, lasciato troppo libero di crossare.
Il primo tempo del Milan è tutto in un tentativo di Borini che prima spara un destro su Handanovic e poi si fa ipnotizzare sulla ribattuta di testa, mandando il pallone fuori invece che servire a pochi passi André Silva tutto solo davanti alla porta.
È un Milan che sembra un’altra squadra nel secondo tempo, Montella rischia togliendo Kessie per Cutrone a inizio ripresa, ma viene premiato, mettendo un giocatore in più nella metà campo avversaria e alzando il baricentro i rossoneri costringono l’Inter ad abbassarsi. Cominciano a macinare gioco, con cuore e grinta trovano prima il palo con André Silva e gol di Musacchio giustamente annullato per fuorigioco, poi tre occasioni, quindi il gol del pareggio grazie ad un bel sinistro a giro sul secondo palo di Suso e continuano ad attaccare cercando il vantaggio. Handanovic compie un miracolo su Bonaventura e poco dopo è l’Inter a tornare avanti ancora con Icardi. Perisic che era costretto dalla pressione del Milan a fare il terzino, si sgancia sulla sinistra ricevendo il pallone che Icardi ha sradicato dai piedi di un addormentato Biglia, il croato va via a Musacchio e mette al centro il pallone che Icardi insacca con una deviazione volante, Bonucci ancora una volta lo perde.
Il Milan ci crede, porta molti uomini a ridosso dell’area avversaria, anche se con un po’ di confusione gli scambi veloci che erano mancati nel primo tempo mandano l’Inter in difficoltà e arriva il pareggio di Bonaventura (o autorete di Handanovic) su cross di Borini dalla destra, autore di una prova commovente per dedizione e spirito. Può finire così nonostante qualche occasione non sfruttata da entrambe le parti, ma una follia di Rodriguez che cintura D’ambrosio in area nonostante il pallone stesse andando a morire sul fondo, regala al novantesimo il rigore che Icardi trasforma nei tre punti per i nerazzurri.
Milan rammaricato, perché per cambiamento di inerzia della partita, volume di gioco creato nel secondo tempo e giusto spirito, probabilmente il pareggio lo avrebbe meritato, ma gli errori individuali ancora una volta pesano sul risultato e l’Inter ha il merito di essere una squadra cinica, anche fortunata in questa prima parte di stagione, ma soprattutto cinica e questo è un pregio che il Milan non ha.
Futuro immediato:
Nelle due settimane che hanno preceduto questa partita, si è parlato molto di un possibile cambio sulla panchina del Milan in caso di sconfitta nel derby.
Montella ha sempre dichiarato di essere consapevole che è giudicato dai risultati, ma anche di sentire la totale fiducia della società. Questa fiducia è stata riconfermata anche nel post partita da Fassone che davanti ai microfoni ha fermamente ribadito che il progetto va avanti in maniera convinta con Montella.
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