Milano 18 Ottobre – Si terrà giovedì prossimo al Tribunale di sorveglianza di Roma l’udienza per valutare l’istanza di ammissione alla detenzione domiciliare per motivi di salute presentata dai difensori dell’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri
I medici legali hanno, infatti, ultimato gli accertamenti sanitari e l’esame della relativa documentazione clinica.
L’ex presidente di Publitalia, che sta scontando a Rebibbia in regime differenziato la condanna a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, lamenta una grave cardiopatia ischemica cronica che lo renderebbe incompatibile con il regime carcerario.
I legali di Dell’Utri si sono mostrati alquanto fiduciosi su una pronuncia favorevole da parte del Tribunale di sorveglianza della Capitale.
Ad aumentare il buon umore sulle sorti giudiziarie del proprio assistito ha certamente contribuito anche la revoca avvenuta la scorsa settimana da parte del capo della Polizia Franco Gabrielli del provvedimento con cui era stato destituito Bruno Contrada dai ruoli dell’Amministrazione della pubblica sicurezza.
La decisione di Gabrielli segue la sentenza della Corte di Cassazione che lo scorso 6 luglio aveva dichiarato ineseguibile e improduttiva di effetti la condanna a 10 anni di carcere inflitta nel 2006 all’ex dirigente della Squadra mobile di Palermo accusato, come Dell’Utri, di concorso esterno in associazione mafiosa.
Una condanna ritenuta illegittima dalla Corte europea dei diritti dell’uomo alla quale Contrada si era rivolto.
Per i giudici di Strasburgo il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è diventato concretamente applicabile in Italia solo dopo il 5 ottobre 1994, quando una pronuncia delle sezioni unite della Cassazione ne ha definito chiaramente i contorni.
Episodi precedenti a quella data non potevano, dunque, essere contestati con quel capo d’accusa, in quanto “oggettivamente non era chiaro se fossero reati oppure no”.
Come tutte le sentenza della Cedu anche questa è stata applicata in Italia senza margini di interpretazione.
“Le vicenda di Contrada e Dell’Utri sono perfettamente sovrapponibili”, ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Di Peri, uno dei difensori dell’ex senatore di FI.
“Abbiamo presentato il ricorso alla Cedu nel 2014. Il ricorso ha superato, cosa non facile, il vaglio di ammissibilità e, verosimilmente, entro il primo semestre del prossimo anno dovrebbe essere fissata l’udienza di discussione”, prosegue Di Peri. “Purtroppo i tempi sono molto lunghi in considerazione del fatto che il numero di ricorsi presentati a Strasburgo è notevolmente aumentato in questi anni: essendo però identici i reati contestati a Dell’Utri e Contrada, soprattutto con riferimento al periodo temporale in cui le condotte incriminate sarebbero state asseritamente commesse, l’esito è scontato”, ha aggiunto l’avvocato dell’ex senatore di Forza Italia.
Per Contrada è stata disposta la riammissione nei ruoli dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, con conseguente versamento degli emolumenti arretrati e ricostruzione della carriera. Ci si chiede cosa potrebbe succedere per Dell’Utri. “E’ evidente – risponde Di Peri – che non potrà essere restituito al dottor Dell’Utri il suo seggio al Senato. Però la pronuncia della Cedu comporterà la cessazione degli effetti civili della condanna”. Ciò significa che Dell’Utri potrebbe anche essere candidato alle prossime elezioni politiche. “Certamente, essendo venute meno le condizioni ostative dovute ad una sentenza di condanna passata in giudicato”, ha aggiunto Di Peri.
Oltre alla possibilità di una eventuale candidatura, uno degli effetti immediati della pronuncia di Strasburgo sarà comunque la restituzione del vitalizio che era stato tolto a Dell’Utri a seguito della condanna.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.