Milano 21 Ottobre – Hanno vinto gli evasori. Hanno perso i contribuenti onesti. Lo Stato metterà in vendita le cartelle esattoriali che non è stato in grado di incassare. Le venderà a professionisti della riscossione, società che faranno dei gran soldi perché il governo ha deciso di fissare un prezzo ridicolo per la cessione, sintomo dell’incapacità di pretendere da chi sguazza nel nero le tasse dovute. Parliamo di cartelle pari a un valore di 817 miliardi, vendute per appena 4. L’esecutivo alza bandiera bianca con i ladri perché sa che si rifarà con la stragrande maggioranza di cittadini che, appena ritardano di pagare una multa, si vedono rincorrere da Equitalia. Torniamo ai numeri. Nella manovra appena licenziata dal governo è prevista un’entrata una tantum, appunto di 4 miliardi, dalla cessione dei crediti fiscali non incassati. Ci si riferisce al periodo 2000-2010. Cifre impressionanti, anche perché parliamo di somme quasi irrecuperabili da parte dell’amministrazione fiscale: soggetti falliti, persone decedute e imprese cessate, nullatenenti. Alla fine di questa scrematura restano 51,9 miliardi sui quali le azioni di recupero potranno «ragionevolmente avere più efficacia», aveva spiegato il nuovo capo delle Entrate. È un elenco che fa arrabbiare. Se lo Stato, tra grande fratello fiscale e accesso diretto ai conti correnti, conosce ormai di tutto di noi, perché non riesce a stanare gli evasori? Ogni anno i giornali pubblicano le classifiche sull’infedeltà fiscale, incrociando i dati sui consumi relativi a un dato territorio e le dichiarazioni dei redditi. Sappiamo tutti dove abbonda il nero. L’analisi realizzata dal Centro studi di Itinerari previdenziali, coordinata da Alberto Brambilla, è impietosa: se si produce ricchezza (Pil) per 100, si dovrebbe, in teoria, “consumare un poco meno di 100. E invece per le regioni meridionali non è così. Considerando che il Pil incorpora già la stima del sommerso (ma non le attività criminali), al Sud si spende il 119% del Pil, contro il 93% del Centro e il 91,4% del Nord”. Meglio fermarsi qui. Ricordando però che la prossima volta che un ministro o un politico ci dirà “servono più controlli e regole più severe per far emergere il nero”, sapremo come rispondere.
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Ernesto Preatoni blog
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