Milano 23 Ottobre – Design gallery, bistrot e boutique per la progettazione del verde. Sono queste le anime che convivono in Six, il nuovo spazio creativo nato a Milano a due passi dalla Darsena. Ecco chi sono i protagonisti di questo nuovo progetto che coniuga ricerca e imprenditoria.
Imprenditoria, creatività, musica, food, design, architettura: sono questi gli ingredienti che hanno dato vita a Six, il nuovo spazio recentemente aperto a Milano che mixa atmosfere esotiche e clima underground. Mauro Orlandelli, Samuele Savio, David Lopez Quincoces, Fanny BauerGrung, Sergio Carnevale e Irene Cuzzanitisono, invece, i protagonisti di Six, progetto che racchiude sotto lo stesso brand realtà distinte e complementari. Con una galleria di design, la Six Gallery, il bistrot Sixième e la boutique di progettazione del verde Irene, lo spazio si articola attorno a un cortile, un luogo inatteso – commistione di elementi tipici meneghini e accenti esotici da riad – a due passi dalla Darsena.
IL PROGETTO E I PROTAGONISTI
Il progetto nasce da un’intuizione di Mauro Orlandelli – imprenditore con un passato nel mondo della musica e oggi direttore della Forest Design, agenzia di consulenza per architetti e progettisti – di realizzare “un contenitore olistico, dove il risultato fosse superiore alla somma dei suoi addendi”. Six è l’ultimo dei progetti di Orlandelli, nato dall’idea perseguita da tempo di riunire una squadra di professionisti sotto allo stesso brand. Insieme a lui, l’art director Samuele Savio – fondatore dello studio di direzione creativa Choice e con alle spalle collaborazioni internazionali con aziende e personaggi del calibro di Lissoni Associati, JilSander, Costume National e Daniel Ezralow – e David Lopez Quincoces e Fanny BauerGrung– architetti a capo di Quincoces-Dragò &partners, studio di architettura e design con base a Milano specializzato in luxuryretail, progetti residenziali e hôtellerie –, hanno dato forma alla visione iniziale collaborando, ciascuno con la propria esperienza e cifra stilistica, alla configurazione globale del progetto. “Six come ‘sei’, il più piccolo dei numeri perfetti, prodotto dalla somma dei suoi divisori”, Samuele Savio spiega così il concept che ruota attorno al nome e ai loghi.
L’ATTENZIONE PER LA LOCATION E IL DESIGN
Lo spazio si “nasconde” in un angolo intimo e segreto dietro a un grande portone in via Scaldasole. È caratterizzato da una corte in stile “vecchia Milano” punteggiata da innesti di vegetazione tropicale. Sul patio si affacciano ballatoi e grandi aperture ad arco appartenenti all’edificio cinquecentesco che anticamente ospitò un monastero. La ristrutturazione ha rimosso gli strati d’intonaco dagli interni e fatto riaffiorare il motivo dei mattoni a vista; inoltre sono stati riportati alla luce anche i pavimenti originari. “Volevamo che ogni cosa, dagli arredi alle piante, sembrasse risiedere qui da sempre”, racconta Fanny BauerGrung. Il mood complessivo è il risultato di un gioco rarefatto di contrasti: le pareti tinteggiate di grigio fumé dal sapore quasi brutalista, il mobilio che propone i classici del design e l’atmosfera bohémien del luogo. Allo stesso modo, la galleria è un meltingpot di pezzi di design unici: vasi vietnamiti e mobili scandinavi moderni, tappeti nomadici di Altai e tavoli di Gabriella Crespi, le poltroncine di Giò Ponti e i fauteuil che Le Corbusier e Pierre Jeanneret crearono per Chandigarh, in India.
FOOD AND FLOWERS
Sixième è il nome del bistrot, rischiarato da una lampada scultura di IsamuNoguchi, che nasce all’interno di Six. Fondato da Sergio Carnevale – noto nel mondo della musica per essere stato il batterista dei Bluvertigo e per aver collaborato con Morgan, MaxGazzè e Stefano Bianconi dei Baustelle – e dal musicista NicCester, il bistrot è stato concepito come ristorante – con una squadra di chef che ha creato un menu stagionale –, ma anche come café per un cocktail a tutte le ore. Irene invece è il nome dello spazio fondato da Irene Cuzzaniti, architetto di giardini e paesaggista che ha arricchito gli interni di Six con un tocco floreale. Irene sarà destinato a studio per la progettazione del verde, ma sarà anche un luogo per set fotografici o eventi in cui trovare una selezione di riviste a tema e altri oggetti limitededition, come i kimono realizzati con AH/OK.
– Desirée Maida (Artribune)
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