Raccolte 5000 firme contro le molestie sessuali nel mondo dell’arte. La lettera We Are Not Surprised

Cultura e spettacolo

Milano 1 Novembre – Una dura requisitoria contro gli abusi di potere a sfondo sessuale sta facendo il giro della rete e delle caselle email del settore culturale. Dopo lo scandalo che ha coinvolto Knight Landesman, editore storico di Artforum, il mondo dell’arte, soprattutto femminile, prende posizione.

We are not surprised. Prende a prestito la frase usata da Jenny Holzer nella sua opera del 1982 Abuse of Power Comes As No Surprise, la lettera scritta da 150 rappresentanti del mondo dell’arte per protestare pubblicamente contro le molestie sessuali nel settore. Il messaggio, firmato da oltre 5000 persone e diffuso massicciamente tramite e-mail e social network, è una dura requisitoria contro tutte le forme di abuso, un fenomeno ancora troppo presente e fin troppo tollerato in tutti i campi, compreso quello artistico. Si legge nella lettera: “Siamo galleristi, artisti, scrittori, editori, curatori, direttori, amministratori, assistenti e stagisti – lavoratori del mondo dell’arte – e siamo stati palpati, svalutati, molestati, infantilizzati, disprezzati, minacciati e intimiditi da coloro che sono nella posizione di controllo delle risorse e delle opportunità”. Il tema, dunque, è quello dell’aggressione a sfondo sessuale, ma con una sfumatura se possibile ancora più meschina: lo sfruttamento di una posizione di potere come arma per ricattare le vittime. Spesso infatti i destinatari delle attenzioni non richieste sono giovani donne e giovani uomini all’inizio della carriera, attaccati in un momento di estrema vulnerabilità, sotto la minaccia di vedersi precluse preziose opportunità di crescita professionale e riconoscimento economico.

CONTRO GLI ABUSI E LE IPOCRISIE

L’iniziativa, che promette di continuare con altre azioni, nasce come risposta alle accuse mosse contro Knight Landesman, uno degli editori storici di Artforum. Landesman, che ha dato le dimissioni la scorsa settimana nell’imbarazzo generale, ha ricevuto infatti una denuncia alla corte di New York per molestie sessuali ripetute negli anni e contro almeno nove vittime. Si parla di palpeggiamenti, abusi verbali e minacce. L’episodio ha naturalmente scosso profondamente il mondo dell’arte, spingendo molte persone a parlare in pubblico delle molestie subite, piccole o grandi che siano. Nella lettera, che è dedicata alla memoria di Linda Nochlin, storica dell’arte femminista appena scomparsa, ed è stata firmata da personalità molto in vista come Cindy Sherman, Helen Marten e Sadie Coles, non si accusano soltanto i molestatori. La denuncia si estende anche ai conniventi, mettendo in evidenza il lassismo e l’ipocrisia con cui spesso si dismette o sminuisce il problema. “Molte istituzioni e persone di potere nel mondo dell’arte sposano la retorica del femminismo e dell’equità in teoria, spesso anche beneficiando finanziariamente da queste fragili dichiarazioni di progressismo, ma poi in pratica continuano a preservare comportamenti e norme oppressive e sessiste”, si legge. La missiva, che circola con l’hashtag #wearenotsurprised si inserisce nel più generale movimento di presa di coscienza che sta investendo l’America in tanti settori, a cominciare dal più noto caso Weinstein, che ha scosso Hollywood dalle fondamenta. Il mondo della cultura, purtroppo, sembra non fare alcuna eccezione, quantomeno oltreoceano. Sarà interessante vedere se la risonanza del movimento porterà a galla anche casi europei, e se il mondo dell’arte nostrano si rivelerà altrettanto sessista e violento. Valentina Tanni (Artribune)

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