Brera: furti di quadri, è guerra tra gli studenti di due classi del corso di pittura

Milano

Molte opere lasciate ad asciugare rubate o modificate Allieva rapinata sequestra una tela per riottenere la sua. 

Milano 5 Novembre – Stanca dei continui furti nell’aula 49, una studentessa dell’Accademia di Brera decide di prendere una tela in ostaggio. Un sequestro d’artista, con tanto di richiesta di riscatto, dopo che la ragazza si è vista sottrarre la sua opera. Un disegno astratto realizzato con smalto, gesso acrilico e vernici, a cui stava lavorando per l’esame di fine corso e che aveva lasciato ad asciugare nel laboratorio di Pittura, convinta di ritrovarlo il giorno seguente. Ma così non è stato. «L’avevo nascosto dietro a un’altra tela di grandi dimensioni perché quella sera non potevo portarlo a casa. La vernice era ancora fresca e mi aspettavano al bar dove lavoro come cameriera», racconta Marta ( il nome è di fantasia ). La mattina seguente però la tela era scomparsa. «Un atto vandalico», dice la ragazza, che punta il dito contro gli studenti del corso di Pittura del professor Marco Cingolani, rei di condividere la stessa aula con gli alunni che, come lei, seguono le lezioni del docente Grillo. «Spariscono tele, colori e anche lavori per la tesi», denuncia Marta. Sono almeno tre le opere incompiute rubate l’anno passato in quest’aula. E, oltre ai furti, ci sono anche gli imbrattamenti. «Una ragazza stava decorando una sedia, ma il giorno dopo se l’è ritrovata tutta dipinta di nero».

Virginia Corsi

Una guerra, quella tra gli alunni dei due insegnanti, che va avanti dall’anno scorso e a cui Marta, insieme a un gruppo di compagni, ha deciso di reagire mettendo in atto il sequestro simbolico. Sulla scena del crimine lascia un biglietto: «Alla tela sequestrata non verranno applicate modifiche ma non verrà riconsegnata fino a quando l’altro lavoro non ritornerà al suo posto».

E così la scena si ripete. Questa volta a vedersi derubata è Virginia Corsi, 22 anni, alunna del professor Cingolani. «La tela valeva solo una decina di euro, ma ero dispiaciuta perché avevo già iniziato a dipingerla», dice Corsi. Così decide di pubblicare la foto del biglietto su Facebook con un annuncio per i rapitori: «Contattatemi per trattative». Ma nessuno si fa avanti. Corsi, allora, il giorno dopo, prova a fare irruzione nella classe nemica. Nessuno le parla, ma decide di lasciare il suo numero di telefono su un banco «nel caso volessero farsi vivi». Marta a quel punto decide di tornare sui suoi passi.

la sua opera

Recupera la tela, nascosta in un’aula vicina, e la rimette al suo posto. Poi chiama la proprietaria e le dice le coordinate per ritrovarla. Ma se per Corsi si è risolto tutto per il meglio non è stato lo stesso per Marta e per altri aspiranti artisti prima di lei.

«Servirebbe maggiore sicurezza e più tutela nei confronti degli studenti. Per esempio, si potrebbe fare entrare nelle aule solo chi è iscritto all’Accademia. Ma serve anche un appello al buon senso», dice Corsi. Perché i furti di tele,strumenti e colori a Brera non sono una novità. «Questi episodi ci sono sempre stati, anche in altre aule— spiega Stefano Pizzi, il docente di Pittura—. I furti sono all’ordine del giorno». Impossibile capire chi siano gli autori perché a causa del sovraffollamento le aule sono condivise da più classi e c’è un continuo viavai di studenti. E, aggiunge Giuseppe Bonini, vicedirettore dell’Accademia, «sulla tela non c’è scritto il nome dell’autore e se esce qualcuno con un’opera non possiamo fermarlo e chiedergli se è davvero la sua». E così, ogni tanto, «qualche episodio capita», ammette Bonini. Ma se il professor Cingolani, titolare della classe su cui punta il dito Marta, non vuole commentare, il collega Gaetano Grillo minimizza: «Sono dispetti che si fanno tra studenti, solo goliardate». Per lui non è niente di rilevante, «nessuno ruba opere di valore». Anche se, ironizza, «gli studenti si lamentano come se gli avessero portato via la Gioconda».

Elisabetta Invernizzi (Repubblica)

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