Milano 7 Novembre – Aveva scommesso sulla “sua Sicilia e la Sicilia decreta probabilmente la sua fine. L’analisi di una sconfitta annunciata è di Domenico Ferrara su Il Giornale “Angelino Alfano non parla….
Rischiare di non entrare nel Parlamento siciliano potrebbe rappresentare la sua fine. E pensare che nemmeno una settimana fa il ministro degli Esteri profetizzava tronfio: “Noi siamo dell’idea che vincerà Fabrizio Micari e lui sarà in grado di governare”. E ancora: “Quella di Micari è la scelta migliore contro i 5stelle: la competenza contro il dilettantismo. Micari è l’unica vera novità contro il déjà vu, gli altri due (Cancelleri e Musumeci) sono gli stessi sconfitti cinque anni fa”.
Prima previsione totalmente errata. Ma Alfano non si accontentava e puntava alto: “Ap ha liste competitive, forti, rappresentative di tutte le categorie di grande potenzialità e qualificate”. Saranno pure qualificate, ma non di certo rappresentative visto che la lista supera a stento i 40mila voti.
Nel settembre scorso, a seguito della fuga di dirigenti ed esponenti del suo partito, Alfano minimizzava: “Ci saranno tanti volti nuovi e sono certo che questo rinnovamento ci gioverà, prenderemo più voti”. Altra previsione azzardata. Perché il suo feudo elettorale gli ha voltato le spalle. E i cittadini, probabilmente, non hanno digerito la scelta suicida di allearsi con il Pd e nemmeno la linea ondivaga che ha tenuto sull’immigrazione e sullo ius soli. Sono serviti a poco i viaggi istituzionali, a spese degli italiani, per la campagna elettorale in Sicilia. Ad Alfano è rimasto solo il silenzio a fargli compagnia.”
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