Milano 7 novembre – Ildirettore è stato querelato da una decina di musulmani per il titolo apparso su Libero dopo la strage di Parigi del novembre 2015. «Islamici è un aggettivo. Accuse solo strumentali»«Quando abbiamo fatto quel titolo `Bastardi islamici´ per noi era scontato che ci si riferisse ai terroristi, perché `islamici´ era aggettivo relazionale del sostantivo `bastardi´ e serviva a definire la matrice islamica degli attentati e non ho scritto, infatti, `bastardi musulmani´». Così il direttore, ora a La Verità, Maurizio Belpietro ha spiegato il titolo che comparve su Libero, quotidiano all’epoca da lui diretto, il 13 novembre 2015 dopo la strage di Parigi, che lo ha portato a processo a Milano con l’accusa di «offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone», aggravate dalla finalità di odio razziale. «La lingua italiana è chiara – ha spiegato Belpietro rispondendo al pm Piero Basilone davanti al giudice Anna Calabi – basta andare su google e digitare `islamico´ e si può leggere `aggettivo´». Il titolo scatenò polemiche «strumentali – ha aggiunto – perché si cerca di far sparire il fatto che c’è qualcuno che ammazza in nome dell’Islam». Il processo è scaturito dalle querele depositate in Procura da una decina di musulmani e nel dibattimento è stato ammesso come parte civile il Caim, Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza.
L’allora direttore di Libero, stando all’imputazione, è accusato di aver offeso «pubblicamente la religione islamica» con quel titolo e al giornalista viene contestato anche un articolo della legge Mancino, ossia l’aggravante di aver agito con finalità di odio razziale. Belpietro, interrogato in aula, ha raccontato che dopo gli attentati di Parigi «un collega ebbe l’idea» di usare il titolo `Bastards´ messo in pagina da un giornale di San Francisco dopo l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, ma se «in quest’ultimo caso non era chiara ancora all’epoca la matrice di quell’attentato, per noi invece dopo gli attacchi a Parigi e non solo era già drammaticamente nota la matrice islamica». Da lì, dunque, l’utilizzo «dell’aggettivo `islamici´» dopo il sostantivo «bastardi», usato per coloro «che ammazzano a sangue freddo». Belpietro ha chiarito, inoltre, che se il quotidiano avesse voluto riferirsi a tutti i musulmani e non solo ai terroristi «avremmo dovuto dire `gli islamici sono bastardi´, perché la lingua italiana è chiara e quando si dice `assassini islamici´ o `kamikaze islamici´ non significa certo che tutti gli islamici sono assassini o kamikaze». Per Belpietro l’obiettivo della polemica che si creò dopo quel titolo era quello di «sterilizzare il fatto che c’è qualcuno che ammazza in nome dell’Islam e non sono certamente questi titoli ad aumentare l’islamofobia, ma è invece normale che dopo questi attentati si crei diffidenza». In aula è stato sentito come teste dell’accusa anche il presidente dell’associazione `Movimento degli africani´, che presentò denuncia contro Libero, e che ha spiegato che con quelle parole si è offesa «la reputazione» dei musulmani. Si torna in aula il 4 dicembre per i testimoni della difesa e per le conclusioni delle parti.
(Corriere)
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