Addio alla scuola araba, esultano gli abitanti del condominio.
Milano 8 Novembre – I cartelloni colorati con le scritte in arabo sono ancora attaccati al muro. Attorno, invece, sacchi pieni di vestiti e altri indumenti sparsi sul pavimento in disordine. Ma l’incubo è finito, per i residenti di via Miglioretti 5. «Ce l’abbiamo fatta: se ne sono andati». Alla fine hanno vinto loro, i condomini di questo stabile in zona Affori supportati dal Municipio 9, che sin dall’estate hanno dovuto fare i conti con l’Asdu Onlus di Mostafa Balouz. Ovvero l’associazione egiziana “per i diritti umani” che da inizio anno ha preso in affitto il seminterrato del condominio per svolgere le proprie attività. «E venuto un ragazzo che ci ha detto di essere un parente dei Balouz. Ha portato via degli scatoloni e ci ha spiegato che si sono trasferiti tutti in Germania per lavoro», raccontano soddisfatti i residenti.
Su Libero, della questione, ne abbiamo parlato più volte. Ma riavvolgiamo fi nastro. I primi problemi iniziano a giugno, quando il seminterrato si trasforma in luogo di culto abusivo. È il mese del Ramadan, e qui si radunano una settantina di musulmani ogni sera per pregare, col cancello del cortile che rimane aperto fino a mezzanotte.
Poi, è stata la volta dell’asilo islamico, mascherato da «custodia minori» gratuita. Decine di bambini, accompagnati a piedi o nei passeggini da donne velate, raggiungono quei locali per frequentare le lezioni a pagamento tenute dalla moglie di Balouz: matematica, lingua araba, ma anche religione e Corano. E l’insicurezza cresce. Non solo. Perché all’interno di quei locali la famiglia Balouz ci vive pure, nonostante i locali siano accatastati come ufficio. Così, a fine settembre l’Ats chiede al Comune «il ripristino della destinazione d’uso originaria», dichiarando «improprio l’alloggio».
E arriviamo a oggi. Con diverse mamme musulmane che negli scorsi giorni hanno suonato al campanello dell’Asdu, senza ottenere risposta. «Qualcuna ha raccontato che le è stato detto di saldare subito il mese di novembre. E ora si ritrovano ad aver perso i soldi, senza più la scuola a disposizione», spiegano i residenti.
Tutti felici per la chiusura di questo capitolo. «Era ora. Dal casino che facevano i bambini in cortile non si riusciva più riposare», racconta una signora. «Non facevano la raccolta differenziata, uno schifo», dice un’altra. Ad esultare insieme a loro Azzurra Arcangeli, l’amministratrice del condominio dello stabile in via Miglioretti 5: «Speriamo che in futuro gli inquilini a cui affittare vengano scelti meglio, altrimenti saremo punto e a capo». Infine, il proprietario dell’immobile potrà tornarne in possesso e mettere fine alla morosità dell’associazione che durava dallo scorso febbraio.
«Osservare la soddisfazione sui visi dei cittadini mi dà la carica per affrontare le tante questioni di sicurezza della nostra zona. La loro determinazione e la presenza sul territorio del Municipio, insieme a Libero, ha stimolato la partenza del signor Balouz e della sua onlus», commenta il leghista Andrea Pellegrini, assessore alla Sicurezza del Municipio 9. A cui fa eco il consigliere municipale del Carroccio Agostino Rancati: «Con la collaborazione tutto è possibile. Il Municipio 9 si batterà sempre per la legalità e per difendere gli interessi dei cittadini».
Massimo Sanvito (Libero)
A sinistra il cartello della «Peace school» affisso fuori dal seminterrato di via Miglioretti, a destra la sala come si presentava dopo l’addio dell’associazione egiziana che aveva preso in affitto il magazzino.
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