Milano 12 Novembre – Il grande ghetto della paura, quella paura soggettiva che diventa riflesso condizionato nelle azioni quotidiane, quella che ti suggerisce di non uscire la sera, quella che ti fa guardare con sospetto chi vuol venderti la collanina, quella che ti invita ad essere molto prudente nelle conoscenze, quella che…non se ne può più. I fatti di cronaca sono talmente frequenti e talmente “fantasiosi” i modi che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. E sembra aspettare te.. La paura per gli atti terroristici è astratta, teorizzata, ma la paura per un’aggressione, uno stupro, una rapina, una molestia è ormai dentro di noi e rende insicuro il tempo, le azioni. Perché non c’è luogo, non c’è età che possano essere un deterrente per le azioni criminali che ogni giorno si ripetono in questa Milano senza controllo. Perché Sala ci ha regalato la paura. Perchè a Sala interessa testardamente l’accoglienza, quasi fosse un mito, un totem. Relaziona il Corriere “L’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm, al Teatro della Luna di Assago, è stata l’occasione per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per fare il punto sul nodo dell’accoglienza dei profughi e sugli sforzi che la città sta facendo sul fronte della gestione dell’emergenza. «Milano è una città accogliente dove la solidarietà c’è e funziona — ha detto —. E non è incompatibile con la competitività»….Per il futuro, il sindaco ha anche promesso che il tema dell’accoglienza resterà prioritario. E ha fornito un dato: «Il 90 per cento dei migranti che arrivavano in città, fino a alcuni mesi fa, poi andavano verso nord. Adesso stanno qui». E ha concluso: «Questo è uno dei momenti importanti per richiamare la sensibilità di tutti». Prioritaria quindi, l’accoglienza indiscriminata, non la sicurezza dei cittadini, non la bonifica dalla criminalità delle periferie, non la solidarietà ai poveri, non la presenza della sua amministrazione nelle periferie dimenticate.
Non se ne può più di tanto teorizzare sulla sensibilità a senso unico, su quell’accogliere che porta anche violenza, disordine e degrado. Non se ne può più di Sala e delle sue favole ideologiche.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano