Campagna sullo ius soli e contro la Bossi-Fini. – F.I. «Pensino ai milanesi»
Ma la sua task force svela i guai dei centri di accoglienza.
Milano 16 Novembre – Docce quasi sempre senza acqua calda, in alcuni casi i bagni erano fuori uso, sporchi o allagati. In tre dei Centri di accoglienza straordinaria (i Cas) visitati a sorpresa dalla task force incaricata a fine 2016 dal Comune di verificare «la qualità delle strutture e il benessere degli ospiti» la situazione di igiene e pulizia era «non ottimale». In «nessuno dei centri è stata riscontrata una capienza superiore alla convenzione», ma si tratterebbe di strutture ponte, dove per legge i profughi dovrebbero rimanere per periodi molto brevi e invece la permanenza si allunga fino a uno e in alcuni casi addirittura due anni, quindi dormire in camerate fino a 80 posti, con le problematiche che comporta, non diventa un’eccezione ma la prassi. La task force, coordinata dall’ex consigliere Pd Alessandro Giungi, che da inizio anno ha svolto tredici blitz a sorpresa in 8 Cas (Zoia, Casa Suraya, via Pedroni, via Pollini, via Aldini, via Beato Michele da Carcano, via Sammartini e Mabretti) e in quattro centri Sprar, le strutture di accoglienza di lungo periodo e con una qualità maggiore dal punto di vista organizzativo e della pulizia (via Stella, via Gorlini, Sammartini, Casa della Carità) non boccia i centri ma come in ambito scolastico segnala i debiti da recuperare. E tra questi c’è il numero inadeguato di ore destinate ai corsi di italiano per i migranti («faremo una proposta per accelerare sulle lezioni di lingua perché la quasi totalità degli ospiti dovrebbe imparare l’italiano» ammette l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino) e soprattutto, come denuncia il dossier, «l’individuazione dei soggetti con disagio psicologico non sembra una priorità». C’è una media di «almeno 5 profughi con fragilità psichica a struttura, è un problema diffuso», quasi tutti i centri di rivolgono al servizio di Etnopsichiatria del Niguarda e solo la Casa della Carità ha un «hub psichiatrico», 8 posti letto dedicati. Dopo le segnalazioni il Comune ha già chiesto modifiche al gestore di via Pedroni, la struttura di via Zoia invece è stata chiusa nel marzo 2017. Ma l’assessore Majorino ammette che va alzata la qualità e sopratutto «bisogna passare da 422 a mille posti negli Sprar, al posto dei Cas dove i profughi vengono tenuti fino a due anni». E chiede al governo di istituire un ente terzo che monitori i centri.
Per il centrodestra sono eccessivi i numeri dell’accoglienza, dall’inizio dell’emergenza Milano ha accolto 125mila profughi, Beppe Sala e Majorino attaccano i sindaci della Lega che si rifiutano di prendere a carico migranti ma dal Comune e invece il Carroccio difende la linea, un segnale al governo che la misura è colma. Dopo la marcia per i profughi il 20 maggio invece il Comune si vanta di essere il primo in Italia ad organizzare gli Stati generali dell’immigrazione, in programma da venerdì a lunedì. «Milano Mondo» apre alle 14.30 con una conferenza al cinema Anteo, sul palco tra gli altri Sala, il ministro Maurizio Martina, la leader dei Radicali Emma Bonino promotrice della petizione contro la Bossi-Fini. Poi dibattiti tra Statale – sabato la chiusura è affidata a Milena Gabanelli -, Cattolica, Bookcity. Il Comune, contesta il coordinatore Fi Fabio Altitonante, «perde un’altra occasione per occuparsi dei milanesi, meno del 7% di chi arriva fugge da una guerra, sono clandestini a cui ora la sinistra vorrebbe regalare la cittadinanza»
Chiara Campo (Il Giornale)
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