Milano 17 Novembre – Miracolo a Lambrate! I gruppetti di profughi africani che ogni giorno bivaccano nei pressi della stazione? Spariti. I venditori abusivi asiatici che presidiano lo scalo per vendere la loro merce? Polverizzati. E i rom col cappellino in mano che chiedono l’elemosina ogni dieci metri? Volatilizzati anche loro. Altro che Lambrate, mercoledì sembrava di essere in una stazione svizzera. Lugano, Zurigo, Chiasso. Nessun bivacco, nulla fuori posto. E certo, alle 13,30 il tabellone degli arrivi segnava quello del treno del Pd, in città per la tappa milanese del tour «Destinazione Italia». Mica si poteva fare brutta figura con Renzi.
Così, quando il segretario dem è sceso al binario 1, davanti a sé ha trovato un quadretto da cartolina. Tutto in ordine, pulito, sicuro. Peccato che nei restanti 364 giorni dell’anno, chiunque ci pensa due volte prima di mettere piede dalle parti di Lambrate. Se non tre. Invece l’altro ieri ci si sentiva in una botte di ferro. Tanto che pendolari e cittadini non credevano ai loro occhi. Non le avevano mai viste due camionette dei carabinieri e due della polizia davanti all’ingresso principale della stazione, due sul retro, e altre due poco più in là, davanti all’edificio di «Zero Gravity», dove Renzi è intervenuto per parlare di sport e periferie. Già, le periferie. Quelle che il sindaco Sala dice essere in cima alle sue priorità, ma che nella realtà quotidiana finiscono per diventare ostaggio di centri sociali abusivi, immigrati, carovane di nomadi. Come succede a Lambrate, dove i cittadini hanno dovuto sorbirsi pure le feste in onore della cultura rom, con tanto di canti e balli per festeggiare gli stessi personaggi che trasformano le loro strade in latrine. Mercoledì, però, come d’incanto, si sono trovati davanti a casa decine di uomini in divisa. Hanno preso coraggio e sono scesi in strada, per toccare con mano che quello che avevano visto dalle loro finestre fosse vero. «Stai a vedere che l’aria è cambiata…, hanno pensato. Una retata, un controllo a tappeto tipo quelli che da qualche tempo fanno in piana Duca d’Aosta, davanti alla Centrale. Invece no. Appena hanno capito che il dispiegamento di forze era dovuto alla visita di Renzi è finita l’illusione. «Non sapevo nemmeno che venisse a Milano. Ecco perché tutta questa polizia. Garantito che da stasera tutto tornerà come prima». E la gente continuerà a fare il giro largo, per evitare il degrado della stazione. Addirittura, dalle 11 di mattina fino a sera, dopo che l’ex premier è risalito sul treno, c’era un pre-filtraggio sul marciapiede davanti alla stazione. Chi non aveva il biglietto o l’abbonamento con sé non poteva entrare. «Ben vengano i controlli. Danno sempre sicurezza. Ma è impensabile farli solo quando c’è un tornaconto d’immagine. Noi non abbiamo diritto a essere protetti?», si chiede una residente. Già. L’altro ieri Lambrate era bella e sicura non perché Sala abbia ricevuto in dono dei super poteri la sera prima, ma semplicemente perché c’è stata la volontà politica di agire con rigore. Ai cittadini, pero, interessa che la solerzia del sindaco nel ripulire uno dei punti più critici della città ci sia sempre, non solo quando arriva il Renzi di turno. Altrimenti è troppo facile.
Massimo Sanvito (Libero)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845