Ieri abbiamo assistito alla definitiva fuga onirica della sinistra Milanese. Alla fine di un lungo percorso, abbiamo capito che: per gli studenti, lavorare fa schifo. Per gli amministratori, i migranti sono troppo pochi. Di più ce ne vogliono, quindi abbasso gli accordi con la Libia. Ma, ma i sindaci che non li vogliono sono cattivi. E devono accoglierli. Minniti, loro viene fischiato. La Bonino, che con loro non corre, è un genio. E tutto, ricordiamolo, in nome di quella democrazia che vuole vietare le piazze ai non violenti, in base alle idee, concedendola ai violenti, in base alle idee. Dimostrando così tutta la follia di un mondo che si sta contorcendo su se stesso. Un passo alla volta:
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Studenti in piazza, tensioni con la polizia. Si lanciano water, bruciano carte, imbrattano vetrine. Contro l’alternanza, per lo ius soli, cittadinanza per tutti, soldi per chiunque, nessuno è straniero, nessuno deve lavorare, soldi per tutti, tanto paga pantalone. L’irresponsabilità incattivita, acida, vecchia. Fumogeni, aggressioni, muri imbrattati. Ma mai vietargli le strade, siamo democratici no? Sì, ma coi muri degli altri, rigorosamente. E poi, hanno ragione i ragazzi. Perché obbligarli a lavare i cessi di McDonald’s anticipando di un ventennio buono il loro inevitabile destino dopo la laurea al Dams?
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Il giorno prima in Comune si è deciso di vietare le manifestazioni di piazza se le idee non piacciono alla maggioranza. Che può felicemente arrogarsi il diritto di etichettare l’avversario. Per questo, vietando la piazza ai fascisti, conoscendoli, la si vieta a chiunque non sia d’accordo con loro. Ma se concordi, puoi tirare water, bruciare carta, imbrattare vertine, distruggere. E poi forse dopo qualche anno qualcuno magari ti chiederà i danni, con tutto il preavviso necessario a rendersi nulla tenenti. Ecco, in quel caso vai in piazza e ti becchi gli applausi dal palco degli Stati Generali dell’Irresponsabilità Migratoria.
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Già, l’immigrazione. Majorino è triste. Ricorda con nostalgia i bellissimi tempi in cui la Stazione Centrale era piena, colma, di umanità disperata. Ah, che tempi! Che bei giorni felici. Ne hanno nostalgia tutti, sul palco. Scendono pure lacrimuccie. Poi che rimpianti! Oggi tutti restano, mica come allora. Se tornassimo ad avere 100 mila e passa arrivi all’anno, nel 2021 con lo ius soli Sala rivincerebbe ad occhi chiusi e mani legati. Ed invece. Invece Minniti ha stretto accordi coi Libici. E non ci sono più. I migranti, non ci sono più. O meglio, ce ne sono ancora, ma sono pochi, troppo pochi.
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Così non potranno lavorare per mantenere gli studenti del DMAS, rendendo inutile l’alternanza scuola lavoro, ma imponendo lo ius soli per attirarne di più e far pagare le pensioni (anticipate) ai prof degli studenti, eliminando il problema Libico. E pure quello democratico, eprché potremmo tacitare con la forza qualunque dissenso. Ecco, si chiude il cerchio tra i water in strada e… vabbeh, non concludo. In ogni caso, è bellissimo questo clima. Sembrano le rovine di Berlino nel 45, non trovate?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,