Dalila è il simbolo della battaglia contro fuochi d’artificio e avvelenamenti.
Non sono in molti a sapere che nella tradizione contadina, in particolar modo nel Mezzogiorno d’Italia, i volpini hanno un ruolo importante. Apprezzati per la loro vivace intelligenza, per la fedeltà e la duttilità caratteriale, hanno un profondo senso di appartenenza ai beni del padrone e, nonostante la piccola mole, sono spesso “scelti” come cani da compagnia e da guardia. Così che, nell’attraversare strade rurali, si incontri un rumoreggiante “tre ruote” con l’immancabile volpino nel cassone. Lo spitz, invece, è più “modaiolo” e ci si innamora del pelo sofficissimo e della capacità di vivere perfettamente anche in casa così diventa un cucciolino da salotto vero e proprio. «Nove anni orsono -racconta Rocco di Bari -una coppia di amici amanti degli animali, ci chiese di adottare due cagnolini meravigliosi, nati, appunto da uno spitz e da un volpino italiano; così, Dalila e Sansone entrarono prepotentemente nella vita della nostra famiglia. I due cuccioli ci dimostrarono, subito, di aver ereditato i caratteri migliori del dna delle razze che li avevano generati. Sansone, il maschietto era forte, coraggioso, atletico, intelligentissimo e molto vivace. Dalila, invece, ha una caratteristica rarissima: è nana». I genitori e il fratellino della nostra protagonista erano animali di dimensioni considerevoli per la loro razza, mentre, Dalila, stranamente, non ha mai superato le dimensioni di un coniglietto, di un chihuahua nano o di una cavia peruviana. Personalmente non ho mai incontrato nessun volpino così piccolo e così dolce. «II “fratellone” proteggeva Dalila -prosegue l’avvocato Rocco -persino dai gatti che per lei erano un pericolo e occupava, senza ombra di dubbio, il ruolo di capo branco della nostra casa. Purtroppo, però, un giorno Sansone, spaventato dai fuochi d’artificio per la festa del villaggio dove viviamo in estate, è riuscito a scappare ed è stato travolto da un’auto che è poi miseramente fuggita lasciandolo morire». I sensi di colpa che hanno attanagliato la famiglia sono stati devastanti. Sicuramente non sui è mai troppo attenti ai propri amici cani e magari questa tragedia poteva essere evitata, ma anche la barbara quanto inutile storia dei fuochi di artificio, costosi e pericolosi, potrebbe anche cessare in un momento della nostra storia di tanto discusse difficoltà economiche e di supposta evoluta civiltà. Proseguendo nella nostra storia della Perla di Bari dobbiamo dire che la sfortuna dei due fratellini non finisce qui: poco prima della morte di Sansone, entrambi avevano ingerito inspiegabilmente dei bocconi avvelenati. Sansone era molto grande di taglia e, dunque, non ottenne alcun danno.
La piccola Dalila, invece, iniziò ad avere comportamenti strani e venne subito portata nel pronto soccorso veterinario. «Quando, dopo aver avuto la notizia dai miei genitori -racconta commosso il nostro amico Rocco -raggiunsi l’ambulatorio con il cuore in gola, i dottori non furono ottimisti. Mi dissero che la piccola era in condizioni terribili. Entrai, con la mia compagna nella sala e vidi quel pugnetto intubato con il piccolo volto gonfio, al punto che un occhio le era uscito dalle orbite. Non appena sentì le mie lacrime Dalila riprese a scodinzolare. I veterinari dissero che non c’era più nulla da fare ed era da considerare un miracolo che Dalila mi avesse salutato. Non volevo perdere la mia amica pelosa ed insistetti per una trasfusione di sangue che, tuttavia, non ebbe alcun effetto. Chiesi insistentemente di proseguire con le trasfusioni e dopo ben quattro operazioni Dalila, grazie alla tenacia dei dottori e alla sua grande voglia di vivere, si riprese e pur avendo perso un occhietto, è tornata la piccola e dolce cagnolina di sempre». Oggi Dalila è sempre al fianco di Rocco e della sua famiglia e appena la conosci ti innamori del suo viso tenerissimo e del suo unico occhietto nero. Ha un modo di venirti incontro che incanta. Durante la festa di quest’anno la famiglia che vive sul lungomare di Bari è stata attentissima a Dalila: «Era talmente terrorizzata dai rumori che, intorno alle due di notte ha addirittura scavato una buca nella recinzione del giardino per fuggire. Fortunatamente l’abbiamo ritrovata quasi subito grazie ai social network e soprattutto ad un gentilissimo passante». E’ vero, con le sue dimensioni minuscole e il suo pelo “arancione” e senza un occhietto, Dalila è molto buffa (è stata anche paragonata giustamente al parrucchino di Trump da una amica della famiglia della piccola) ma è bellissima e quando ti viene vicino si emoziona talmente che ti gonfia il cuore. Dalila è l’esempio puro dell’amore con la sua fragilità la sua delicatezza e come un amore va curata e protetta. Non si è mai abbastanza attenti ai propri amici a quattro zampe e da questa storia possiamo imparare come nei giorni di festa con i fuochi d’artificio o in altre circostanze pericolose si debba essere attentissimi, attenti ai tentativi di avvelenamento da parte delle persone cattive e attenti ai pericoli domestici. E combattere per loro quando stanno male come ha fatto l’avvocato Rocco e ricordare la tecnologia e i Social hanno anche una funzione di rete protettiva sociale ed animalista.
LUCIA LEONESSI (Libero)
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