I residenti di via Broletto gli prestano volumi dei loro autori preferiti
Milano 21 Novembre – Ai margini di Bookcity, sotto il portico di via Broletto: un materasso per terra, coperte, una bottiglia d’acqua. A lato, una pila di libri: nella «casa» del clochard Daniel, 48 anni, non mancano mai. «Da bambino, in Romania, leggevo Jules Verne e Il giro del mondo in 8o giorni, oppure Tre uomini in barca. Sono partito presto: prima Roma, poi Milano. Ho imparato bene l’italiano, facevo il muratore. Poi è finita — racconta —: dal 2012 non ho un tetto e ho smesso di cercare lavoro, perché non lo trovo.
Quattro anni fa mi sono sistemato qui, la gente che abita vicino mi conosce e mi presta i libri. Io li leggo, tutto il giorno. Poi li restituisco». È la dignità di una vita che alla lettura non rinuncia. «Iniziano a farmi un po’ male gli occhi, allora una signora con la bancarella vicino a Cairoli mi ha regalato un paio di occhiali. Non sono proprio giusti per me, ma quando sono stanco li metto». Fa strano, forse, parlare di letteratura per strada. «Mi piacciono i libri ambientati a Milano e quelli per sognare posti che non ho mai visto. I romanzi, i gialli. Di Donato Carrisi mi hanno prestato vari volumi, mi è piaciuto Il maestro delle ombre. Poi Jo Nesbo, John Irving, Marco Malvaldi. Quando leggo mi dimentico anche il freddo». E ad andare in giro in questi giorni per gli eventi gratuiti di Bookcity, ci ha pensato? «Ma no. Penserebbero che non si fa. Io sono solo un barbone». Eppure, legge di più (molto di più) della media dei milanesi.
Elisabetta Andreis (Corriere)
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