Intervista a Paolo Romani: “Toni diversi con Salvini, ma sull’agenda siamo uniti”

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«No all’Europa delle monetine» «L’obiettivo è recuperare i delusi, elettori che hanno scelto l’astensione»

Milano 26 Novembre – L’obiettivo è riconquistare anzitutto i delusi. Quei milioni di elettori berlusconiani che nel corso degli anni sono rimasti privi di rappresentanza affollando il partito dell’astensione. Di qui la scelta di puntare anzitutto sull’ascolto, lasciando ai rappresentanti del mondo delle imprese, del lavoro, a giuristi ed economisti, banchieri e sondaggisti la possibilità di raccontare le loro realtà, i loro problemi. «II nostro compito è prima di tutto ascoltare e poi da questo ascolto trarre una sintesi per arrivare assieme a una soluzione». Paolo Romani, presidente dei senatori di Fi, è appena sceso dal palco allestito all’hotel Gallia di Milano per aprire la tre giorni di «IdeeItalia-La voce del paese», la contro-Leopolda azzurra che verrà conclusa da Silvio Berlusconi oggi in tarda mattinata.

Presidente Romani, perché a una manifestazione di Fi si incontrano anche un sindacalista della Cgil o un giurista come Pietro Ichino?

Quando si affrontano argomenti complessi come il lavoro bisogna evitare risposte superficiali e approfondire anche e soprattutto attraverso il confronto. Noi non temiamo chi la pensa in modo diverso e, anzi, riteniamo che possiamo trarne utili spunti.

Matteo Salvini continua a insinuare il sospetto che Berlusconi sotto sotto non escluda le grandi intese.

Ma per favore. Noi e la Lega, FdI, il centrodestra insomma, hanno un’identità comune e la stessa

agenda di governo: meno tasse, più sviluppo e più sicurezza, stop alle invasioni di migranti. I nostri elettori sono i primi a saperlo.I toni, l’articolazione di queste posizioni poi può essere diversa. Noi ad esempio, nel momento dell’emergenza sbarchi, abbiamo collaborato con il governo sul codice per le Ong e abbiamo sostenuto l’accordo per frenare gli arrivi dalla Libia.

Anche sulla data delle elezioni però siete divisi. Salvini vuole andare al voto a marzo, voi puntate all’election-day a maggio o giugno.

Dal 9 marzo Berlusconi potrà chiedere la riabilitazione e tornare candidabile. Credo che colui che è stato il fondatore del centrodestra dovrebbe poter concorrere nella piena agibilità politica alla competizione elettorale. Aspettare un mese non è poi così drammatico. Del resto in passato Salvini chiedeva di andare al voto subito ma se fosse stato così non avremmo avuto il Rosatellum e la possibilità di realizzare una coalizione vincente.

I sondaggi vi danno vincenti: se andrete al governo dovrete però fare i conti la commissione Ue che ha già detto che serve una manovra correttiva.

Sono all’opposizione ma rifiuto di confrontarmi con un commissario europeo come il finlandese Katainen che si permette di dire che il nostro governo racconta balle. E inaccettabile, l’Europa che decide la sede dell’Ema con la monetina non può permetterselo.

Barbara Fiammeri (Il Sole 24 Ore)

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