Spazi tolti alla città, dove spesso i gruppi fanno attività commerciali senza pagare le tasse
Milano 4 Dicembre – Sono chiazze di totale illegalità sparse per la metropoli. Tutte le Zone, o quasi, contano occupazioni abusive di stabili da parte dei centri sociali.
Senza contare gli spazi in cui alloggiano clandestinamente disperati e stranieri, quelli utilizzati da gruppi con matrice «politica» sono decine. Situazioni che durano da mesi, a volte da anni. In questi edifici, spesso comunali, collettivi e gruppi antagonisti alloggiano e svolgono attività in molti casi commerciali. Ma non pagano affitti né tasse di alcun tipo. E non rispettano le regole igieniche e di sicurezza. Invano i Municipi chiedono gli sgomberi.
La mappa delle occupazioni parte da via Sant’Abbondio, dove lo Zam ha in mano uno stabile comunale dal 2014. Al Gratosoglio, in via Lelio Basso, c’è l’immobile autogestito dal Gta. In Zona 2 ci sono gli ex bagni di via Esterle. In origine lo spazio era stato destinato a una moschea, oggi è diventato un hotel abusivo a tutti gli effetti. Con camere numerate e cucina che offre pasti a pochi euro. A gestirlo ci sono gli anarchici, a occuparlo (a pagamento) immigrati e persone che non hanno un posto dove stare. Nella stessa area lo storico Leoncavallo di via Watteau. Un altro gruppo noto, quello del Lambretta, a inizio anno si è spostato da via Apollodoro all’ex sala Bingo di via Val Bogna. A metà novembre il centro sociale ha organizzato un’esibizione di boxe in strada per pubblicizzare la scuola di pugilato che ha sede nello spazio occupato. Agli ex macelli di viale Molise invece da cinque anni ha trovato casa illegalmente il Macao. Anche in questo caso il Municipio 4 ha approvato, già in estate, la delibera per chiedere la restituzione dell’immobile a Sogemi. Il terzo problema aperto di Zona 4 è quello della «Rosa nera», spazio anarchico occupato di piazzale Gabrio Rosa.
In Zona 7: è di un anno fa l’occupazione da parte del centro sociale Soy Mendel della struttura sportiva comunale di via Fratelli Zoia. Lo stesso gruppo aveva già occupato in passato un immobile privato in via Cancano e un immobile pubblico in via Don Gervasini. L’area è la stessa in cui storicamente dominano il Cantiere, in via Monte Rosa, e lo Spazio Micene, in via Micene. Nella periferia nord, in via Litta Modignani, da vent’anni una palazzina comunale è la sede illegale degli anarchici di «Villa Vegan Squat». Recente invece è l’iniziativa del gruppo «Pirata riot club», che si è stabilito in via Cozzi 1.
Si è mosso molto, infine, negli ultimi mesi il collettivo Lume (Laboratorio universitario metropolitano), circolo autogestito fondato dai collettivi studenteschi della Statale. A fine luglio c’è stato lo sgombero da parte delle forze dell’ordine dell’osteria della Pergola, a Porta Romana. Lo stabile era occupato da circa due anni ed è di proprietà privata. A ottobre i 200 militanti del collettivo si sono spostati al Nuovo Orchidea, cinema nel centro (via Terraggio, tra Cadorna e Sant’Ambrogio) chiuso dal 2009. Luogo liberato pochi giorni dopo per spostarsi, a inizio novembre, nell’ex deposito del verde dei Bastioni di Porta Venezia. In entrambi i casi, ex cinema e Bastioni, gli spazi sono di proprietà del Comune che ha subito sporto denuncia per occupazione abusiva. È comunque la Questura l’istituzione competente per gli sgomberi, su disposizione della Prefettura o della magistratura.
Cristina Bassi (Il Giornale)
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