Milano 5 Dicembre – C’era la luna piena, ieri sera e il cinismo alla fine lascia il posto all’emozione per la vittoria meritatissima di Daniele Bossari. Il pubblico ha riconosciuto la sua verità, il suo essere uomo senza vergogna.
I colori, le luci, il pianto e il riso non son mancati: uno spettacolo furbo che si spoglia col tempo per esaltare la verità dei sentimenti. Una catarsi non per tutti i partecipanti, ma che salva il programma perché restituisce allo spettatore la complessità e la fragilità delle persone, dimenticando i personaggi che vogliono apparire. E in tal senso il successo da record è meritato, perché nella ripetitività dei riti, nelle inevitabili furbate di alcuni, nelle finte amicizie nate per opportunismo, il tempo della convivenza forzata ha fatto cadere le maschere e i giochi di convenienza. C’è da sottolineare che il pezzo di società rappresentato ha svelato a volte un certo squallore culturale, un’ambizione sfrenata per la popolarità a buon mercato, ma anche la solidarietà tra donne, il rispetto per certi valori, la coerenza dei gesti. Personalmente ricorderò quel fazzoletto profumato della mamma di Tonon, la confessione di sé di Bossari, senza ipocrisie: due Persone con la P maiuscola. Perché l’intelligenza del cuore appartiene a loro e alla loro verità.
Da dimenticare il cattivo gusto di Cecilia e Ignazio che hanno spettacolarizzato una storia d’amore (?) da vivere, invece, sottovoce e con un po’ di pudore. Il tormentone dell’armadio avrà anche attirato spettatori, ma è stato un episodio davvero squallido. Da dimenticare la “maestrina” Simona Izzo, con le sue manie psico-pedagogiche. Da dimenticare la querelle Grandi-Clery che non appassionano nessuno, anzi. Da dimenticare il livore stizzito di Predolin.
Cristiano Malgioglio vincitore morale? A parte certe cadute di stile e un desiderio perenne di essere centrale, è innegabile che il suo immaginario creativo abbia illuminato la monotonia del tempo: è stato quel colore rosso che ha vivacizzato l’andamento della trasmissione.
Gli ingredienti della conduzione sono stati molto pop, gossippari, ma non sono mancati momenti di emozione: un mix che, declinato da una Blasi brillante, sicura e bellissima, ha determinato il successo.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano