Sala del Grillo: “Io so io e voi nun siete un c…”

Milano

Afferma il Marchese che si credeva Sindaco, o il Sindaco che si credeva Marchese (del Grillo):

“Il 14 dicembre è fissata l’udienza preliminare nel procedimento relativo alla presunta retrodatazione di un atto della gara d’appalto della “Piastra” di Expo Milano 2015. Sono trascorsi più di cinque anni dai fatti che mi vengono imputati e le indagini preliminari, pur protratte per un periodo di tempo inusualmente lungo, non hanno evidenziato alcun elemento di prova idoneo a supportare l’accusa che mi viene mossa. In tanti atti è possibile leggere che mai nessuno è stato favorito, ma che l’unica finalità perseguita è stata quella di garantire il rispetto dei tempi per l’apertura dell’Esposizione Universale.
Quegli stessi fatti, del resto, erano già stati valutati come privi di rilevanza penale sia dalla Guardia di Finanza delegata alle indagini, sia dalla stessa Procura della Repubblica di Milano.
Poiché sono certo che verrà riconosciuta la mia innocenza ed è mia intenzione accelerare quanto più possibile i tempi del processo, ho dato mandato ai miei legali affinché chiedano che si proceda con giudizio immediato.
Si tratta della modalità più rapida che la legge processuale prevede per arrivare velocemente all’accertamento nel merito delle ipotesi di accusa attraverso il vaglio dibattimentale.
Da oggi il mio auspicio è che si arrivi in tempi rapidi ad accertare la verità e, quindi, la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. Ho sempre agito per il bene comune e continuerò a farlo.”

Nello specifico, concentriamoci su questo:

In tanti atti è possibile leggere che mai nessuno è stato favorito, ma che l’unica finalità perseguita è stata quella di garantire il rispetto dei tempi per l’apertura dell’Esposizione Universale.

Ora, molte cose si possono intuire leggendo quella frase. Quella, a mio avviso, più inquietante è che chi scrive il post affermerebbe che sì, la retrodatazione è stata effettivamente compiuta. Ma per il bene superiore. Che sarebbe, in ogni caso, un reato senza vittime. E che, in definitiva, nemmeno di reato si potrebbe parlare. Ma che sì, il fatto storico, sarebbe avvenuto. Avrebbe, par di capire, falsificato la nomina. Ora, se questa interpretazione del profilo di Sala fosse corretta, saremmo di fronte all’ipocrisia del millennio. Si chiede la condanna di chi fa i saluti romani, eccellente esempio di reato senza vittime, ma poi si dice che il Sindaco può falsificare le nomine dei funzionari. Tanto nessuno ci rimette. Si santifica la legalità, Cantone e tutto il circo Barnum che gira attorno all’ANAC, poi però si scopre che sì, le procedure vanno bene. Ma per gli amici si interpretano. Ai nemici si applicano. Comunque io concordo col Sindaco. Lo assolveranno. Non finisce sempre così con la gente che piace a quelli che piacciono?

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