Milano 7 Dicembre – C’era il profumo di frittelle e di caldarroste e nello zucchero filato ci annegavi la faccia, con l’estasi della meraviglia, con la felicità dell’infanzia. E un firunatt (Filone di castagne) al collo ti faceva sentire un re, mentre guardavi la prima neve cadere leggera, presagio del Natale vicino con i regali e le feste. Gli Oh Bej! Oh Bej! raccontano ancora oggi, nonostante l’imponenza e l’estensione del mercato, la Milano dell’artigianato, dei mestieri quasi scomparsi, della tradizione. E finalmente il rigattiere, il cestaio, il giocattolaio parlano con l’armoniosa cantilena lombarda, con l’ironia dei semplici. Ed è facile tornare bambini, quando i colori, i profumi, il vociare erano già l’incanto della festa. E rimpiangere atmosfere e autenticità.
E’ un appuntamento che si ripete ogni anno e che cerca di mantenere la “milanesità” di una città dispersiva e distratta. Conserviamo lo spirito degli Oh Bej! Oh Bej! Perché sono anche la nostra vita.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano