Rijeka-Milan 2-0
Milano 8 Dicembre – Nemmeno in Europa League trova pace questo Diavolo. Con la qualificazione già in tasca e sicuro del primo posto nel girone, quella di Fiume in terra croata dovrebbe essere una sconfitta indolore per il Milan, ma non è così.
È vero che nulla cambia per il proseguo in coppa, ma perdere in questo momento di estremo bisogno di rialzare la testa, non fa bene a questo gruppo ferito che vive un momento delicatissimo. Soprattutto se la sconfitta arriva contro una formazione modesta e senza praticamente mai tirare in porta, senza entrare mai davvero in partita.
Non può essere valida nemmeno l’attenuante di aver lasciato a Milanello gran parte dei titolari, questo Milan doveva ugualmente fare di più, perché quando risulti inferiore al tuo avversario su tutti i piani, la parola che descrive al meglio la prestazione è: figuraccia. L’ennesima.
Racconto e analisi tattica.
Gattuso manda in campo il Milan col 3-5-2, il Rijeka si schiera con un 4-2-3-1. Si ha da subito l’impressione che i croati, già eliminati, abbiano intenzione di abbandonare l’Europa League portandosi a casa una vittoria di prestigio. Sono rabbiosi su ogni palla e in ogni contrasto, portano un pressing alto sui portatori di palla rossoneri e se saltati, accorciano velocemente creando buona densità, imbrigliando gli uomini di Gattuso raddoppiando le marcature.
il Milan prova a mettere in campo quell’intensità che piace al mister, non sempre ci riesce. Il pressing non è organizzato, il giropalla è assente, per tutta la partita si nota la mancanza di un collante tra centrocampo e attacco, ecco allora che ci si affida troppo spesso al passaggio lungo di Paletta che non ha certo i piedi e i tempi di Bonucci, Biglia viene tenuto fuori da questo tipo di soluzione e il risultato è un sacco di errori in fase di impostazione con palle buttate via, i lanci sono spesso preda dei centrali croati e senza vere mezzali che contendono le seconde palle succede che il Rijeka recuperi in fretta il possesso.
Appena partiti arriva un sinistro sballato di Cutrone e pochi minuti dopo, una punizione imparabile dai 25 metri di Puljic porta in vantaggio il Rijeka. Il Milan prova a riacciuffare il risultato ma lo fa con giocate confuse. André Silva si fa ammonire per aver perso la pazienza dopo il trattamento poco amichevole che i difensori croati gli riservano. È ancora il Rijeka a rendersi pericoloso ancora con Puljic che manda fuori di testa da ottima posizione.
Squillo Milan con Cutrone, l’azzurrino addomestica un pallone in area e tenta il pallonetto, alto. Prima del riposo, Antonelli colpisce il palo ma il guardalinee aveva sbandierato il fuorigioco.
Nella ripresa arriva subito il raddoppio del Rijeka, preoccupante come il Milan a difesa schierata sbagli a scalare, Calabria esce alto, Zapata non accorcia in tempo sull’esterno e sul pallone messo in mezzo Gavranovic gira alle spalle di Storari con Paletta in ritardo. 2-0.
I rossoneri provano a rispondere, buono spunto di Locatelli che entra in area e appoggia dietro ad Antonelli, conclusione deviata in angolo. Nel frattempo il Milan si sistema col 4-4-2 ma le cose non cambiano, il gioco non c’è.
Cutrone riceve un pallone dalla destra ma sbaglia il colpo di testa. Punizione per il Milan dalla stessa zolla da cui Puljic ha sbloccato il match nel primo tempo, sul pallone va Biglia ma il tiro finisce fuori ad un soffio dal palo.
Non succede più nulla e il Milan perde senza aver mai centrato lo specchio della porta.
Tra campo e voluntary agreement.
Se le cose in campo vanno male, con la mancanza di risultati che continua e il gioco che non migliora, in società non vanno meglio.
Il Milan ha presentato alla UEFA il piano di rientro per il voluntary agreement, nei mesi scorsi ci sono già stati due rinvii in cui la UEFA ha chiesto di integrare ulteriore documentazione, Fassone ha provveduto ma da quanto filtra dovrebbe essere respinta la richiesta. Tutti hanno fatto a gara per dare il Milan per spacciato prima della sentenza, addirittura la UEFA nel pomeriggio di giovedì ha dovuto emettere un comunicato per precisare che nulla è ancora deciso e che la sentenza finale arriverà settimana prossima, nel frattempo sembra che la UEFA voglia valutare qualche documento in più. Non cambia molto e lo si capisce anche dalle parole di Fassone che dice che la UEFA ha presentato delle richieste impossibili da soddisfare per qualsiasi club, non solo per il Milan, come ad esempio la richiesta di estinguere il famoso debito di 300 milioni di euro con Elliot entro la settimana prossima, impossibile ovviamente, visto che Fassone sta discutendo il rifinanziamento con un nuovo fondo.
È una catastrofe come molti vogliono far credere? Assolutamente no. Si discuterà il settlement agreement.
Inter e Roma ci sono già passati, senza grossi problemi, con sanzioni di poco rilievo, ma non si capisce come mai se a passarci dev’essere il Milan, va demonizzata la situazione.
Nessuno ne parla, ma Suning sta cercando anch’egli di rifinanziare il debito dell’Inter per spalmarlo su più anni, un debito di gran lunga superiore rispetto a quello del Milan, ma anche qui è tutto a posto, tutto in ordine, per il Milan invece è un dramma. In realtà bisogna essere onesti intellettualmente e dire che è assolutamente normale rifinanziare i grossi debiti, lo fanno molte grandi società in tutti i settori lavorativi, ma se si parla del Milan allora diventa una tragedia, il finimondo, l’apocalisse. Non è così.
Sperando di risolvere presto questa situazione, in modo da spegnere queste continue voci che destabilizzano l’ambiente rossonero, il Milan è chiamato a dare delle risposte importanti sul campo. Domenica arriva a San Siro il Bologna e torneranno i titolari, sperando che questo, insieme ad una buona dose di voglia di far cambiare il vento, basti per centrare la prima vittoria con Gattuso in panchina.
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