In sala trionfano rosso, blu e l’immancabile nero. Più gli assenti che i presenti, con un nobile scozzese in kilt
Milano 98 Dicembre – Mancava da 32 anni. Andrea Chénier andò in scena per la prima volta alla Scala il 28 marzo 1896 e si dovette aspettare fino al 1985 per poterla risentire al Piermarini. Da Beniamino Gigli a Luciano Pavarotti, il dramma in quattro quadri firmato da Umberto Giordano e che racconta la rivoluzione francese, è stato definito l’opera dei tenori anche se tutta l’attenzione, questa volta, era rivolta alla protagonista, il soprano russo Anna Netrebko: sulla scena come nella vita è legata al protagonista, il tenore Yusif Eyvazov, marito della grande cantante, che interpreta Chénier.
Ma come sempre, a catalizzare i flash dei fotografi e le telecamere delle tv è stata quell’ora o poco più che precede la chiusura delle porte del teatro e l’inizio della rappresentazione. Il foyer è la prova del nove per le signore che arrivano da fuori e le sciure nostrane in ghingheri per la speciale occasione. Chi non c’era? Il pomposo palco reale, addobbato a festa come l’albero di Natale all’entrata da Dolce e Gabbana, non ha visto né il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, impegnato in missione in Portogallo, né il premier Paolo Gentiloni, in Umbria per la riqualificazione delle periferie.
LA POLITICA
In compenso, et voilà la bella delle belle, la più bionda del reame, il sottosegretario Maria Elena Boschi, entrata da porta laterale. In blu Armani impreziosito da pietre, aveva il suo punto forte nel pronunciato décolleté ma anche nel viso messo in evidenza dai capelli raccolti. E poi i ministri: il numero uno della Cultura, Dario Franceschini, accompagnato dalla moglie Michela Di Blase in nero Armani, e quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan con consorte. E poi, sul palco, il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni con signora (Emilia Macchi in corto di velluto nero fantasia con rose bordeaux), il sindaco di Milano Giuseppe Sala con la bella compagna Chiara Bazoli, elegantissima con un abito lungo color cipria numero 21, disegnato da Alessandro Dell’Acqua. Ex politici immancabili come l’ex premier Mario Monti con la moglie Elsa, in curiel nero, e l’ex ministro Paola Severino con giacca a colori scomposti di Armani. C’è sempre pure l’ex pm Francesco Saverio Borrelli con la moglie Maria Laura, con farfalla ardita ricamata sul davanti.
Il blu è stata una delle tinte più gettonate. Un omaggio all’opera e quindi alla Francia. Da Lella Curiel, la stilista regina della prima (ne ha vestite almeno una decina) con un tailleur lungo illuminato da fili di lurex, all’imprenditrice del lusso Claudia Buccellati, in pizzo di Valentino al presidente di Eni Emma Marcegaglia,in velluto firmato Dior, a Liliana Rimini con un Armani vintage. Marinella Di Capua, al braccio di Renato Balestra, ha scelto un blu totalmente ricamato di bianco come il paltò in broccato (gioielli così pesanti da piegarle il collo). Di tonalità più chiara, azzurro cielo (Curiel), ricamatissimo di cristalli, l’abito indossato da Laura Morino Teso con cappotto blu. Il rosso era l’altro colore di questa prima, il rosso passione, tema portante dell’Andrea Chénier. A cominciare dall’attrice Margherita Buy, rosso Armani in cady con nodi sulle spalle per proseguire con Lavinia Biagiotti, figlia della stilista Laura (scomparsa a maggio), paillette e velluto midi e stivali di vernice, l’ex modella Natasha Stefanenko, abito da sirena fasciatissimo di Antonio Riva (stilista che ha vestito pure la miss croata Ivone Korda accompagnata dal marito «ma non posso dire il suo nome» e Dvora Ancona, medico chirurgo, che ha voluto un abito alla Pompadour ripreso da un quadro). Rosso anche per Giovanna Salza Passera e la scrittrice Fabiana Giacomottii, in rosso di Mario Dice, stilista di Capucci. Rosso per l’ex modella ora stilista Daniela De Souza, che ha disegnato l’abito lei stessa. E perfino un dipinto sulla pelle, in rosso «Rinasci dalla dignità» che si è fatta disegnare il soprano Silvia Colombini. Un abito dagli ampi volumi dello stilista milanese Pierre Prandini.
MAI FUORI MODA
Non manca il nero. Lavinia Borromeo (con il marito John Elken) in nero regale ma con coralli al collo che hanno inirridito le signore della Scala. Isabella Votino, portavoce di Maroni, con abito super scollato plissettato di Msgm, tubino di Ralph Lauren indossato da Patrizia Carrarini, stesso stilista di Debora Rossi (accompagnata da Luca Bombassei). Daniela Cuzzolin in nero di Brunello Cucinelli, Ippolita Martone (moglie del regista dell’opera) in chiffon di Alberta Ferretti e nero per Andree Ruth Shammah. Beige per Diana Bracco di Armani con paltò di Tivioli. Fantastico il nobile Richard Currie con un kilt a disegni tartan esclusivo della sua famiglia. Più elegante di un tight.
Paola Bulbarelli (La Verità)
FOYER Nella foto in alto a sinistra, Mario Martone, regista dell’opera di Umberto Giordano andata in scena ieri, con la moglie Ippolita Di Majo (a sinistra) e l’attrice Margherita Buy. Nella foto a destra, l’ex ministro Corrado Passera con la consorte Giovanna Salza. Qui sopra lo chef Carlo Cracco con la moglie Rosa Fanti.
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