Discariche e carcasse di auto: gli scali ferroviari squadernano il degrado

Milano

Milano 11 Dicembre – Farini, Porta Romana e San Cristoforo sono i più grandi dei sette ex scali ferroviari interessati dal progetto di riqualificazione che nei prossimi 20 anni cambierà profondamente il volto di Milano. Le tre aree dismesse si sviluppano su quasi 1 milione di metri quadrati, l’80% della superficie totale, su cui sorgeranno aree verdi, nuovi quartieri con alloggi anche per fasce deboli, la Circle Line e tutte le meraviglie contemplate dall’Accordo di Programma sottoscritto a giugno da Comune, Regione e Ferrovie dello Stato e ratificato a luglio anche dal Consiglio comunale.

Ma qual è lo stato attuale in cui versano gli scali maggiori? Il più problematico appare il secondo per estensione: Porta Romana. 216.614 metri quadrati tra binari, magazzini abbandonati e una pericolosa discarica a cielo aperto. Nel gigantesco spiazzo che si apre dopo il ponte stradale di corso Lodi si trova di tutto: vecchie scarpe, vestiti, carcasse di computer, televisori con tubo catodico, lettori dvd, esposti all’azione degli agenti atmosferici invece che smaltiti correttamente come rifiuti elettronici. Sotto il ponte, a due passi dalla desolata stazione del passante S9, senza biglietteria, compare un cassetto di un registratore di cassa: ripulito di contanti e poi gettato in questa terra di nessuno. La battaglia di residenti e commercianti della zona contro il degrado è decennale. «L’ultimo sgombero in ordine di tempo risale al 2013, quando fu smantellata una baraccopoli, ma il problema delle occupazioni si trascina da anni e non è mai stato risolto definitivamente», dice Pierangelo Baroni, titolare di un negozio di frutta nelle vicinanze. Farini, gigantesca area di 618.733 metri quadrati, è il più grosso degli scali e uno dei primi che dovrebbe essere interessato dai lavori di «ricucitura» urbana. L’avvenire parla di mix abitativo e commerciale, con un grande parco su metà della superficie che sarà il terzo più esteso della città. Tuttavia, il presente regala avvistamenti inquietanti: a circa un chilometro da via Valtellina, nell’area dei binari morti, è nascosta in mezzo ai rovi una Mazda abbandonata. E c’è un rimorchio di tir senza ruote che conserva sotto il telone tre scooter senza targa e vari rifiuti. Qual è l’origine di questi mezzi e come sono arrivati qua? Domande senza risposta. Il più decoroso è, con sorpresa, l’ex scalo San Cristoforo, 158.276 metri quadrati, oggi stazione della linea Milano-Mortara ma anche punto di partenza per i treni diretti a Lourdes. Che un piccolo miracolo lo hanno fatto: delle baracche di rom erette vicino ai binari per anni non c’è più traccia. Qui nascerà un’oasi naturalistica da 140mila metri quadrati. L’auspicio di Walter Ugolini, consigliere della cooperativa Giambellino, è uno solo: «Che la rigenerazione non sia circoscritta allo scalo ma riguardi tutto il quartiere: faremmo davvero bingo se l’operazione bonificasse la zona dai suoi problemi di sicurezza».

Annamaria Lazzari (Il Giorno)

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