Nella sparatoria sono morti due agenti della Guardia Civil e un allevatore. Norbert Feher, questo il vero nome del killer di origine serba, è stato identificato grazie alle impronte digitali.
Milano 15 Dicembre – ‘Igor il russo’, il killer di Budrio, è stato arrestato in Spagna al termine di un conflitto a fuoco con la Guardia Civil.
La polizia scientifica italiana, a quanto apprende l’Adnkronos, è stata interessata dalle autorità spagnole per le procedure d’identificazione.
LA CATTURA – Fonti della Guardia Civil hanno riferito che il killer di Budrio, noto anche come Igor Vaclavic, è stato arrestato nella notte, intorno alle 2.50, a Teruel, nei pressi di Castellon, dopo essere rimasto vittima di un incidente stradale mentre proseguiva la sua fuga su un pick up. Non ha opposto resistenza. Con sé aveva tre armi corte, due delle quali in dotazione alla Guardia Civil. Secondo quanto scrive ‘El Mundo’, che cita fonti delle indagini, Feher avrebbe cercato di proseguire la sua fuga in bici dopo l’incidente.
LE VITTIME – Le tre vittime di Igor sono l’allevatore José Luis Iranzo e gli agenti Víctor Romero Pérez, 30 anni, di Calanda (Teruel) e Víctor Jesús Caballero Espinosa, 38 anni, di Cadice, uomini della Guardia Civil impegnati nelle indagini sui furti commessi in una zona rurale. I due agenti prestavano servizio senza uniforme ma indossavano giubbotti antiproiettile. Iranzo stava accompagnando le guardie impegnate nella ricerca di un uomo – si presume sempre Igor – che lo scorso 5 dicembre aveva fatto irruzione in una proprietà a Albalate del Arzobispo e ferito due persone. Iranzo era un gran conoscitore dei monti e dei sentieri della zona. Verso le 19 di ieri i tre hanno raggiunto il podere e al loro arrivo Igor ha aperto il fuoco e li ha uccisi. Quindi si è impossessato delle armi degli agenti, due pistole, ed è fuggito a bordo del pick up verde.
LE RICERCHE – La Guardia Civil e la polizia italiana, scrive ‘El Pais’, stavano collaborando da tempo nelle ricerche del killer di Budrio e inizialmente lo avevano localizzato a Malaga, nel sud della Spagna, dove era coinvolto in traffico di droga. Al momento della formalizzazione dell’arresto, a Norbert Feher sono stati letti i diritti in italiano, l’unica lingua che sembrava capire.
Secondo quanto sottolinea ‘El Pais’, è stata una casualità totale che la Guardia Civil si sia imbattuta nel killer di Budrio: fino a ieri sera, infatti, la polizia spagnola collaborava con quella italiana nelle ricerche del criminale serbo a Malaga. Resta un mistero il motivo per cui Feher si trovasse nella provincia di Teruel, in Aragona.
La Procura della Repubblica di Bologna, coordinando i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Bologna e Ferrara, aveva già da tempo avviato attività rogatoriale in Spagna, dopo aver avuto riscontro della presenza del latitante. In questa prospettiva, oltre a specifiche attività in Serbia, Austria e Francia (grazie alla collaborazione e alla disponibilità degli organi competenti) si erano svolti numerosi incontri di coordinamento con le autorità di polizia spagnole, sin dall’estate, anche con trasferte e attività tecniche e dinamiche direttamente svolte sul territorio spagnolo. Tali attività sono state peraltro agevolate dalle attività di coordinamento di Eurojust e di supporto della Dcsa.
MINNITI – “Un ringraziamento alle autorità spagnole, all’Arma dei carabinieri e il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna” ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti.
“L’arresto – ha ricordato il ministro – è avvenuto a circa 200 chilometri da Saragozza. Il tutto è frutto di un’attività investigativa che è partita dall’attività di indagine dell’Arma dei carabinieri. Di recente in Spagna c’era stato un reparto del Ros che aveva segnalato alla Guardia Civil il possibile luogo dove si poteva nascondere Norbert Feher, a testimonianza di un’attività investigativa mai cessata”. “Abbiamo sempre detto, dal momento in cui la vicenda è diventata drammaticamente presente nel nostro Paese, che noi non avremmo mai mollato”, ha concluso Minniti.
PROCURATORE DI BOLOGNA – “Uno sforzo immane”. E’ quello che è stato necessario per catturare il “pericolosissimo latitante serbo Norbert Feher”. Lo ha detto il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato. “Voglio ribadire – ha aggiunto – l’orgoglio di uno Stato che non abbandona i suoi morti”. “Il risultato investigativo secondo me è eccezionale” ha affermato il procuratore, sottolineando che fin dall’inizio delle indagini “non c’è stata nessuna sottovalutazione” della vicenda “neppure nell’immediatezza del compimento del primo degli omicidi”.
Il procuratore di Bologna ha annunciato che verrà chiesta l’estradizione. “Certamente processeremo Igor secondo le norme – ha assicurato – e dovremo coordinarci, come per la verità ci siamo coordinati molto bene grazie all’Eurojust in tutta la fase delle indagini” durante le quali “ci siamo mossi in Italia e all’estero: abbiamo lavorato in Spagna, in Francia, Austria, Serbia e non solo”.
VEDOVA BARISTA – “E’ positiva la cattura del killer e spero sconti la pena che si merita ma non si può dire che sono contenta. Mio marito resta morto e niente potrà cambiarlo. Sono molto turbata”. Così Maria Sirica, la vedova del barista di Riccadina di Budrio, Davide Fabbri, ha reagito alla notizia dell’arresto del latitante, affidando queste parole al suo avvocato Giorgio Bacchelli che le ha riportate all’AdnKronos.
“Io e la mia assistita – commenta l’avvocato Bacchelli – speravamo molto nella cattura del killer e attendevamo da tempo che venisse assicurato alla giustizia questo delinquente di una ferocia unica che ha ucciso due persone e forse una terza in Italia e tre in Spagna”. La vedova di Fabbri e i suoi amici, costituitisi in associazione, avevano anche pubblicato una taglia di 50.000 euro per la cattura del killer dopo mesi di inutili ricerche.
FIGLI GUARDIA UCCISA – “La cattura in Spagna del criminale che ha ucciso nostro padre non ci fa certo gioire. Non possiamo certo dichiararci soddisfatti se non altro perché e’ costata la vita ad altre tre persone. Due militari ed ‘un civile’. Il nostro pensiero va a loro”. E’ il commento alla cattura di Norbert Feher alias Igor Vaclavic di Francesca ed Emanuele Verri, figli della guardia ecologica uccisa l’8 aprile scorso nel Ferrarese, Valerio Verri. “Ancor di più vogliamo rivolgere la nostra attenzione – sottolineano – verso coloro che hanno mandato nostro padre allo sbaraglio a fare un’attività di perlustrazione pericolosissima, disarmato e in una zona dove ben si sapeva che Igor vi si nascondeva. Con tanto di foto sui cellulari per poterlo riconoscere in caso si fossero imbattuti in lui”. “Qualcuno ha addirittura detto che nostro padre ha fatto solo il suo dovere. Quale dovere? Nostro padre – hanno concluso – era ‘un civile’, semplice pensionato e volontario”.
(Adnkronos)
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