Ancora una manifestazione con violenza contro cose e vandalismi vari. Ancora una protesta vibrante contro l’ingiustizia più atroce del nostro tempo. Costringere i nostri adorati pargoletti ad un po’ di sano lavoro. E loro, colpiti nell’animo da questa epocale ingiustizia, imbrattano, distruggono e minacciano i luoghi in cui i loro coetanei verrebbero selvaggiamente sfruttati. Tra cui Poste Italiane. Sì, Poste Italiane. Il sogno erotico lavorativo di intere generazioni ora è accusata di far lavorare in maniera eccessiva ed umiliante qualcuno. Fermiamoci un attimo. E riflettiamo. Ieri qualcuno ha imbrattato una sede delle Poste perché SFRUTTAVANO qualcuno. Le Poste. Italiane. Che sfruttano. No, ci siamo capiti? Ecco, questo è il livello medio della protesta. Quindi, per amore della Verità, è venuto il momento di dire qualcosa di definitivo sulla questione.
L’Alternanza Scuola Lavoro, da farsi in tre anni e constando in circa due mesi di impiego, ha due principali problemi. È obbligatoria e si integra male con alcuni tipi di scuola. Essenzialmente il Classico. Ce ne sono anche altre, ma mi concentrerà su questo per due motivi: è quello che salta regolarmente fuori e poi vi ho studiato anche io, quindi un po’ mi ci immedesimo. Come finisce un giovane che fino al giorno prima discuteva di Hegel e traduceva Platone a pulire i cessi? Beh, talvolta non deve nemmeno passare per la facoltà di Lettere. Dicono i detrattori, che vengono mandati a fare cose degradanti. Ma qui dobbiamo capirci: non è che vengano mandati. È che i posti dove servano Hegel e Platone non sono moltissimi. Direi che sono decisamente pochi. E la competizione per andarci è altissima. Chi perde, perde male e pulisce i bagni. Questa non è una lezione. Questa è LA lezione di vita. LA lezione, badate bene. Hai voluto fare la scuola che ti piaceva (lo dico anche al me stesso che poteva fare, chessò, il tecnico ed ha optato per il classico)? Tutto si paga nella vita. Hai tentato, ed hai perso.
Eh, ma dicono gli studenti, il lavoro si paga. E qui non avviene. Certo, vero. Ma il lavoro si paga in ragione dell’utilità della prestazione e dei benefit connessi. Tipo il praticantato dei futuri avvocati. Se non fornite valore aggiunto, dovete essere formati ed inoltre ricevete il favore di essere inseriti in un contesto che vi consente di essere promossi, davvero credete di dover essere pagati. Provate a rendervi indispensabili, poi vediamo se quando li salutate per andarvene non vi offrono soldi per restare. Un suggerimento, per riuscirci NON provate ad impressionare il datore di lavoro con Hegel e Platone. È improbabile che ci riusciate. Poi vi tocca andare in strada a rompere tutto. Con la certezza che le manifestazioni, a voi non le negheranno mai. Perché dopotutto siete sempre antifascisti. Quindi avete tutto il diritto di distruggere ogni cosa incontriate.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,