Fabio Angelini ricercatore della Bicocca e tecnico esperto in acustica «passa» il microfono alla città. Quiete dietro Buenos Aires caos in cima ai grattacieli
Milano 18 Dicembre – Ventiquattro microfoni disseminati in cittàper raccogliere le voci di Milano, le sue urla: il viaggio nella città dei rumori inizia in piazza della Scienza, padiglione U1. Vent’anni fa, insieme all’Università Bicocca, è nato il laboratorio di Acustica ambientale, sotto l’ala del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra. In principio è nato come laboratorio per la didattica, per gli studenti. Poi l’acustica ha iniziato a destare interesse e gli enti pubblici hanno cominciato a bussare. ll team dei «cacciatori di rumori» è giovane e sempre in movimento, misura la città, viene chiamato in tutta Italia e collabora con Roma e Barcellona. Al timone c’è il professor Giovanni Zambon che insieme a una quindicina fra tecnici, ricercatori e laureandi ascolta tutti i giorni la città, dando un colore al rumore.
Si comincia dalle strade: «La mappa è arancione vivo. Una costante da anni», confessa. Da un mesetto in zona 9, uno spicchio di Milano che corre dalla Bicocca ad Affori, dalla Bovisasca a Isola, sono attivi i 24 microfoni, per un progetto europeo pilota: la mappa acustica è dinamica, si chiama Dynamap, si aggiorna in tempo reale ed è dedicata ai rumori stradali. Negli orari di punta diventa color mattone nelle strade più trafficate – via Fermi e Fulvio Testi in primis –, per poi sbiadire man mano. Si vedono le sfumature, la propagazione del colore. Di notte si riaccende. «Perché di notte i parametri sono più restrittivi – spiega Zambon – i limiti scendono di 10 decibel ma il rumore effettivo diminuisce di circa 5 decibel. La situazione più critica in effetti è nella notte». Tutti i sensori sono a quattro metri di altezza e si mimetizzano in edifici pubblici, caserme dei carabinieri, Asl, uffici anagrafe, scuole e centri anziani: negli ultimi due casi è dura estrapolare dalla mappa le urla di bambini all’uscita e le danze dei nonni. Ai colleghi di Barcellona, in trasferta in questi giorni a Milano, l’arduo compito di «tagliare» i rumori anomali, che poi sono i più comuni: ambulanze, urla, cani che abbaiano.
C’è il rumore dei cantieri, la mappa verde di viale dell’Innovazione si colora improvvisamente di rosso: sta passando un tram. Zoomando sugli edifici si possono «contare» anche gli abitanti esposti alla sorgente di rumore, un indicatore importante per chi poi dovrà segnare sull’agenda interventi e piani d’azione. Lo sta facendo il Comune di Milano, lo sta facendo Anas sul raccordo anulare, sempre in collaborazione con i tecnici della Bicocca. Alle analisi con i microfoni fissi si aggiungono le rilevazioni con i dispositivi semi-portatili e portatili. «Si scopre così, per esempio, che dietro all’arancione di Buenos Aires c’è del verde vivo, i palazzi fanno da scudo a vere e proprie oasi. Se si dovessero colorare alcuni grattacieli ecco un’altra sorpresa che ci sta procurando dei grattacapi – racconta Zambon – di giorno il primo piano è arancione e il 30esimo verde, ma di notte i colori si invertono, la situazione si ribalta. I piani più alti sono più esposti anche alle sorgenti lontane». Molto dipende dalla posizione, dalla forma. Dal traffico stradale al traffico aereo: c’è una sezione del laboratorio ad hoc e c’è la mappa. Non è un rumore stagionale, qualcosa è cambiato. A Linate per esempio sono andate in pensione le vecchie navette fracassone Roma-Milano. I nuovi aerei sono più rispettosi e di notte volano solo i Cargo. Ma anche gli scali sono sorvegliati speciali e sul sito dell’Arpa sono disegnate costantemente tutte le curve.
Simone Ballatore (Il Giorno)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845
“Di notte volano solo i cargo”, come se fosse niente..chiedetelo a chi abita in zona.. come ci si sente ad essere svegliati di notte da un aereo cargo che ti sorvola la casa..