Milano 20 Dicembre – A Babbo Natale chiediamo le dimissioni di Lipparini”. Così in una nota il segretario dell’Associazione per l’Iniziativa Radicale “Myriam Cazzavillan”, Gianni Rubagotti. “Caro Babbo Natale – scrive – l’anno scorso sembrava che volessi portarci in regalo la intitolazione a Marco Pannella di un giardino accanto ai detenuti di San Vittore e al luogo dove fu il più antico cimitero ebraico milanese. Eravamo stati bravi, noi avevamo ricordato gli impegni elettorali a tanti esponenti che si erano detti favorevoli a questa proposta della Comunità Ebraica, l’assessore Del Corno aveva detto che la Giunta si rimetteva al voto del Consiglio Comunale, i consiglieri quasi all’unanimità avevano chiesto di attivarsi per una deroga che permettesse di evitare di aspettare 10 anni, procedura già utilizzata più volte e prevista dalla legge. Ti abbiamo aspettato ma non sei passato. Nel 2017 ci è arrivato invece il carbone della Befana: l’assessore a gennaio ha detto che, come nuova amministrazione, avevano deciso che non si davano più deroghe (non si capisce bene quando e secondo il consigliere De Pasquale di Forza Italia l’assessore lo ha dichiarato prima che la Giunta decidesse). Abbiamo proposto di mettere almeno un albero e quando il Municipio 1 si è detto d’accordo abbiamo scoperto che invece per Dario Fo viene intitolata una Palazzina a un solo anno dalla morte e per Alda Merini viene deciso a 8 anni dalla morte e non a 10 di dedicarle un ponte. L’albero era diventata una perfida presa in giro di Pannella e abbiamo chiesto di non piantarlo ma un esponente del centrosinistra ci ha risposto che hanno cose più importanti che fermare la delibera che lo prevede mentre l’assessore dal Corriere ci ha consigliato di rivolgerci al Ministro Orlando (che evidentemente lui pensa risponda alle nostre telefonate abitualmente) per avere un’aula di tribunale o la biblioteca di un carcere. Magari possibilmente ben nascosti al pubblico. Insomma Milano poteva diventare la città che meglio onora la memoria di Pannella a parte Teramo (dove i giardini sono stati dedicati subito). Grazie a questa Giunta e al centrosinistra è diventata il luogo che meno la rispetta. Nonostante sia anche l’unica città che ha un assessore che si dichiara radicale, Lorenzo Lipparini. Che invece di aiutarci a incontrare il sindaco a cui volevamo chiedere perché ha scritto al Corriere che le deroghe erano possibili, e lo ha scritto un mese dopo che l’assessore Del Corno aveva detto il contrario, ha parlato di ‘falsificazione degli eventi’ buttando discredito sugli iscritti al Partito Radicale (lui non lo è) che chiedevano i Giardini, tra i quali un certo Giorgio Inzani, ex-consigliere regionale e militante radicale dagli anni 70. Almeno questo primato milanese ci piacerebbe che tu ce lo risparmiassi nel prossimo anno facendoci trovare sotto l’albero le dimissioni di Lipparini. Di modo che la parola radicale e la storia del questo Partito che così si chiama siano chiaramente distinte da questo modo di fare. Caro Babbo Natale, ci dicono che non esisti, ma esiste ancora meno in questa città e in Italia lo stato di diritto e il rispetto delle istituzioni. Siamo stati la Associazione radicale milanese che nel 2017 si è caricata sulle spalle la sopravvivenza del Partito Radicale proprio per recuperare questi valori perduti. Lo abbiamo fatto quando sembrava impossibile: 3000 iscrizioni sono state raggiunte e superate anche grazie a noi e alle nostre iniziative. Continueremo anche nel 2018. Buon Natale a te, a Marco ovunque egli sia, ai milanesi che sognano una città di altri tempi, speriamo futuri”
(Omnimilano)
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