La ministra Fedeli sempre “più migliore” nella lingua italiana

Attualità

Milano 21 Dicembre – La lingua italiana piange ancora e si ribella, perché una ministra dell’Istruzione l’ha presa a calci e tutti sghignazzano, senza pudore. Un’umiliazione mai provata…e poi per colpa di una ministra di sinistra, messa lì a rappresentare la Cultura, quella che non ne esiste una “più migliore”, quella a cui bisogna appartenere per avere il patentino, quella che se non sei della gauche non capisci niente, quella che ti permette di dire la tua e di zittire gli altri normodotati e inferiori, quella che abita sull’Olimpo e guarda con una punta di snobismo i non eletti. Quella, insomma, che ha preposto al Ministero dell’Istruzione una tal Valeria Fedeli che, purtroppo, non va d’accordo con l’italiano, per un’innata antipatia, probabilmente, o per quegli studi “più migliori”  che avrebbe voluto fare, ma non ha fatto. Anche se giocando con le equipollenze e con le parole, aveva creduto di poter dire che sì, insomma, poteva considerarsi laureata. Ma i fatti sono desolanti. Una prima volta la ministra Fedeli inciampa sul congiuntivo in una lettera al Corriere della Sera sull’importanza dello studio della storia. Dopo la dotta citazione di Benedetto Croce, tra l’altro suo predecessore nel dicastero della Pubblica istruzione, la ministra prosegue scrivendo così: “Un’ultima considerazione a proposito di costante aggiornamento, sarebbe opportuno che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua (la consecutio corretta esigeva un “proseguisse” ndr) anche lungo i percorsi professionali” . E scripta manent, nonostante le spiegazioni del portavoce che si prende la colpa dell’errore. Ma poi ci ricasca e mentre sta leggendo un discorso sulla scuola, dichiara “C’è il rafforzamento della formazione per i docenti che svolgono le funzioni di tutor dedicati all’alternanza. Perché offrano percorsi di assistenza “ sempre più migliori “ a studenti e studentesse“.

Qualora qualcuno notasse qualche errore nel pezzo, prometto che col tempo diventerò “sempre più migliore”.

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