Se volete la Marijuana terapeutica, pagatevela

Attualità

La Regione Lombardia, a fine legislatura, si è deciso di dare un taglio all’onda ideologica su droga e fine vita. E, da liberali, non possiamo che esserne felici. Un piccolo focus sul fine vita. I Radicali avevano presentato un disegno di legge che puntava a creare un registro pubblico per le Dat. Che è un assurdo logico. Tutta la normativa, infatti, a livello nazionale gira attorno alla nomina di un fiduciario. Questa figura è vitale per evitare alcuni automatismi assurdi: pensate a tutte le Dat firmate oggi, che verranno dimenticate nei cassetti e mai aggiornate, magari per decenni. Un fiduciario sa cosa sia successo al firmatario nel frattempo. Un registro pubblico no. È quindi del tutto coerente con la situazione normativa attuale, di molto posteriore alla raccolta firme, che manco se ne discuta. La proposta è stata superata dai fatti.

E per restare in argomento fatti, lo scontro si è spostato sul terreno droghe leggere. Solo che, ancora una volta, a sinistra non sanno emendarsi dalle proprie ideologie. Un passo indietro. La marijuana, negli scorsi anni, è stata sdoganata a livello terapeutico. Su terapeutico, però, dobbiamo capirci. Se ne sentite parlare un sostenitore potreste arrivare a pensare che, da sola, l’erba possa sconfiggere tutte le malattie del mondo. Senza effetti collaterali. E sia talmente miracolosa che le industrie farmaceutiche ce la tengano nascosta, per paura che possiamo vivere sani per sempre. Di norma, simili allucinazioni si accompagnano ad un uso estensivo delle medesime sostanza psicotrope. In realtà, le cose sono un po’ più complesse di così. La marijuana ha alcune indicazioni terapeutiche, in campi in cui la medicina aveva già una serie di rimedi, assolutamente efficaci. Solo che, in alcuni casi, per determinati pazienti, si può osservare qualche miglioramento più marcato o qualche effetto collaterale di meno, con farmaci a base di THC. E questo giustifica il fatto che siano ammessi. Quello che non ha il minimo senso è che siamo noi a pagarli.

La chiave di tutto è che non ci sono patologie che si possano curare esclusivamente con questi farmaci. Né ve ne sono alcune per cui l’indicazione terapeutica sia in maniera preponderante legata ai cannabinoidi. Sono alternative, che la gente può liberamente scegliere. Coi propri soldi. Repubblica, per farci capire quanto possiamo essere gretti e materialisti noi liberali, ci porta il caso strappalacrime di una bambina, affetta dalla sindrome di Tourette, che avrebbe tanto bisogno della marijuana. I suoi otto anni, diconsi otto anni, sono considerati un plus. Così piccola e voi volete far spendere trecento euro mensili ai genitori? Va ricordato, tra l’altro, che il legame tra benefici e marijuana, nella Tourette ha basi sopratutto anedottiche. Mentre le cure tradizionali, tanto vituperate, hanno ben altri studi alle spalle. Insomma, curino pure la figlia con la droga leggera, se lo ritengono. Ma non con i miei soldi, se possibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.