Milano 22 Dicembre – Se ben ricordate fu proprio un anno fa, nel dicembre del 2062, che rischiò di andare in frantumi la solida alleanza tra i partiti che per quarantacinque anni, dall’adozione del sistema elettorale Rosatellum, ha garantito al paese l’illuminato governo detto delle Larghe intese, guidato in alternanza da Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Paolo Gentiloni, Giorgia Meloni, sotto la tutela dei presidenti della Repubblica Mattarella, Casini, Mastella, Bertinotti, Boldrini e Grasso. In barba alle ironie e ai sarcasmi del Movimento 5 stelle, unica forza d’opposizione che rifiuta ogni alleanza, l’allungamento della vita fino a 125 anni annunciato nel 2017 dall’ex Cavaliere – ora giunto al centoventottesimo compleanno festeggiato con i colleghi in gran parte centenari coadiuvati da pimpanti ottantenni – è divenuto realtà. L’Italia, sgombrata dai migranti e sospinta da un nuovo boom delle nascite, vive serena e longevissima. L’Istat ha “fotografato” la famiglia tipo: la coppia originaria, 123 anni lui, 119 lei; due figli di 80 e 79; tre nipoti di anni 61, 60 e 59; quattro bisnipoti di 41, 39, 37 e 35 anni; cinque trisnipoti rispettivamente di 22, 20,19,17 e 15 anni; due quadrisnipoti di 3 e 2 anni. Si andava in pensione al compimento dei 110 anni purché con 90 anni di contributi versati. Pensione minima a 4mila euro, visita gratuita del medico ogni tre giorni, una volta la settimana controllo gratis agli animali domestici; del tutto a carico del servizio sanitario nazionale le cure dentarie; regime fiscale equo e solidale: flat tax per tutti al 5 per cento. Non ci sono più industrie in Italia: mediante una legislazione indecifrabile e una tassazione del 95 per cento sono state convinte a delocalizzare nei paesi dell’Est. L’economia, tutta incentrata sul Quaternario, prospera grazie a misteriosi finanziamenti di provenienza incontrollata ma sicuramente virtuosa. Tutto fila liscio, tranne qualche polemica sulle misure da adottare contro i troppo frequenti sbarchi di gommoni carichi di svedesi, finlandesi, inglesi e danesi decisi a risiedere in Italia e sfruttarne il dorato sistema di vita. Questi migranti nordici, tutti laureati nelle più prestigiose accademie, vanno ad occupare i posti ai vertici delle aziende italiane. Occorre dunque bloccare ed espellere gli scandinavi per rifar posto agli africani, scacciati tempo addietro e notoriamente disponibili a lavorare 20 ore al giorno per un compenso di 10 euro, spacciare fumo e cocaina per soddisfare il fabbisogno della classe media italiana. Ma corremmo il rischio vero sul limite dell’età pensionabile. Avuta la certezza di un ulteriore allungamento dell’aspettativa di vita fino a 145 anni, qualche incauto propose di alzare l’età pensionabile a 125 anni. Ricorderete le polemiche e gli scontri di piazza. Poi prevalse il buon senso, l’orgoglio nazionale e si trovò un nobile compromesso a quota 120. Sarà bene tener presente questo esempio di saggezza politica e istituzionale, ora che ci avviamo alla campagna elettorale del 2063 e già qualche cassandra menagramo strilla:
«Siamo rovinati, il debito pubblico è salito a 400mila miliardi di miliardi!». Cos’è questo catastrofismo? Nessuno può gabbare la furbizia italica: e così sarà anche stavolta.
Vittorio Testa (La Gazzetta di Parma)
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