Milano 23 Dicembre – Cresce l’attesa in Lombardia e Lazio per capire quando si svolgeranno le elezioni regionali. Roberto Maroni, in vantaggio nei sondaggi su Gori, punta all’election day con le Politiche che, salvo ripensamenti, dovrebbero essere fissate per il 4 marzo. Al contrario il Pd vorrebbe spacchettare le tornate e votare prima per il governo e poi, a maggio, per regionali e amministrative.
Una mano a Maroni, però, potrebbe arrivare proprio da Zingaretti che sta lottando all’interno del Pd per anticipare a marzo le regionali o addirittura a febbraio, prima delle politiche (per avere una via di fuga verso il Senato in caso di sconfitta). Del resto il laziale teme che andare al voto dopo le politiche, con il Pd in caduta libera, potrebbe ringalluzzire il centrodestra (ad oggi non ancora unito nel nome di Pirozzi) e aiutare la scalata alla regione della grillina Roberta Lombardi.
Una mossa, quella dell’election day che, raccontano nei corridoi del Pirellone, Zingaretti potrebbe fare anche in piena autonomia dal suo partito, visto che la legge elettorale della Regione Lazio prevede che sia lo stesso Zingaretti a fissare la data della consultazione.
Al contrario in Lombardia è il Prefetto, sentito il Ministero degli Interni, a fissare la data. Ovvio che se il Lazio andasse al voto a marzo, Minniti e Gentiloni non si prenderebbe certo la responsabilità di separare le regionali dalle politiche. Le buone notizie per Maroni, però, non finiscono qui. Ieri è calato il sipario quasi definitivamente sull’alleanza tra il candidato del Pd Giorgio Gori e il partito di Piero Grasso, Liberi e Uguali che, sulla carta, può valere anche un 4,5-5%. Ovvio che un centrosinistra diviso significherebbe un ulteriore vantaggio per Maroni che nei sondaggi è avanti dai ire ai cinque punti. Anche questo potrebbe essere un punto a favore per Maroni. Se a Roma dovessero capire che la partita in Lombardia dovesse farsi impossibile, a più di un ministro, con Gentiloni in testa, non dispiacerebbe rivedere Maroni alla guida della Lombardia. Maroni da sempre rappresenta l’ala governativa della Lega e soprattutto nella gestione post referendum è stato assai più collaborativo di Zaia. Tanto che è più che probabile che il governo faciliti il buon esito della trattativa, anche solo per mettere zizzania all’interno della Lega.
Voci per ora. Che però legano, inesorabilmente, il destino del Lazio a quello della Lombardia. Roberto Maroni è presidente della Regione Lombardia dal 2013.
(Libero)
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