Milano 23 Dicembre – ALLA FINE saranno venduti. Toccherà alla Guardia di Finanza occuparsi dei lingotti d’oro che vennero sequestrati nel settembre del 2015 in un’inchiesta su giro di tangenti nel settore dell’edilizia che portò all’arresto di tre ex dipendenti del Comune di Milano e di un imprenditore. Quando gli uomini delle Fiamme Gialle li videro luccicare la prima volta, fu una sorpresa anche per loro.
TRENTADUE lingotti d’oro da un chilo — circa 32mila euro di valore ciascuno — trovati a due dipendenti comunali che i finanzieri stavano arrestando per corruzione e truffa. Li sequestrarono subito insieme a contante, conti correnti e oggetti d’oro per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Ora tre dei quattro indagati, che ne risultarono proprietari, hanno dato il via libera affinché i lingotti diventino, in pratica, soldi liquidi e questi confluiscano nel risarcimento di 850mila euro offerto lo scorso ottobre dai quattro arrestati e da due società all’amministrazione comunale milanese, che ha accettato con una delibera di Giunta. Quello che nessuno avrebbe potuto immaginare, quando spuntarono fuori, era che impedire a quei lingotti di tornare nelle mani dei loro proprietari sarebbe stato piuttosto complicato. Un solo sequestro non bastò, ce ne sono voluti tre. Perché a ciascun provvedimento di «blocco» faceva seguito una pronuncia del tribunale del Riesame che, in qualche modo, rimetteva «in libertà» i panetti. Con il pericolo che una volta restituiti ai proprietari, questi ultimi avrebbero potuto legittimamente rivenderseli per fare un po’ di soldi. L’ultima volta la Procura, per mantenere i sigilli ai preziosi panetti, ha puntato sullo squilibrio tra il valore dei beni trovati e le modeste dichiarazioni dei redditi presentate negli anni dai dipendenti pubblici. Risultato: sequestrati definitivamente i lingotti, “liberati” i conti correnti.
ORA i risarcimenti per danni patrimoniali e non patrimoniali sono stati offerti da Giuseppe Amoroso e Angelo Russo, entrambi ex appartenenti all’Ufficio settore manutenzione del Comune, da Luigi Mario Grillone, fino al 2011 direttore del Settore tecnico Scuole e Strutture sociali ed ex dipendente di City Life spa, e da Marco Volpi, imprenditore anche questo coinvolto nell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia tributaria e coordinata dal pm Luca Poniz. Sarà poi il gip a valutare se accogliere o meno le loro richieste di patteggiamento. In una seconda tranche dell’indagine, in particolare sui lavori di manutenzione di scuole e case popolari, sono stati in seguito arrestati Massimiliano Ascione, all’epoca «titolare posizione organizzativa del Comune di Milano», e due ex dirigenti del Comune, Stanislao Virgilio Innocenti e Armando Lotumolo. (Il Giorno)
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