Milan-Atalanta 0-2
Milano 24 Dicembre – Una settimana di ritiro, per poi presentarsi in campo a San Siro davanti ai propri tifosi senza uno straccio di idea su come vincere questa partita. Il Milan perde la sfida con l’Atalanta senza mai dare l’impressione di poter comandare, per l’ottava volta in questo campionato passa in svantaggio e non riesce a recuperare nemmeno il pareggio.
Ovvio che questa squadra abbia dei grossi problemi sotto l’aspetto mentale, che vanno dalla poca convinzione alla fragilità, dall’incapacità di reagire alla velocità di demoralizzarsi ad ogni contrasto perso o passaggio sbagliato. Nel pentolone c’è da aggiungere disattenzioni e cali di concentrazione, errori tecnici banali e mancanza di personalità per prendersi la responsabilità di forzare una giocata. Condiamo con scarso livello atletico e mancanza di serenità ed ecco pronto il minestrone che sta risultando indigesto.
Il Milan in ogni gara fa dei regali clamorosi, succedeva anche quando Natale era ancora lontano. Ogni gol subito è frutto di errori difensivi dei singoli o di reparto, come scalate sbagliate, posizionamenti errati e movimenti fuori tempo. Davanti la solfa non cambia, errori grossolani sia tecnici che di sviluppo e non c’è mai la sensazione di poter essere pericolosi.
L’Atalanta controlla la gara come se fosse la Juventus, con una tranquillità che mette ancora più a nudo tutti i limiti e i difetti di questo Diavolo.
Racconto e analisi tattica.
4-3-3 di Gattuso contro il 3-4-1-2 di Gasperini.
I due mediani bergamaschi più Cristante trequartista vanno in pressione sui centrocampisti rossoneri, con le punte Petagna e Gomez che chiudono i possibili scarichi sugli esterni, il Milan fatica ad impostare e nei primi 10′ minuti si gioca solo nella metà campo rossonera. Gattuso vuole un terzino che resta basso (Abate) e uno che sale (Rodriguez) ma lo svizzero, a parte un paio di traversoni velenosi, dà poca spinta e fa peggio in copertura facendosi spesso infilare in velocità. Il Milan prova a districarsi sulle corsie laterali, dalla catena di destra arriva qualche pericolo ma i palloni messi al centro sono sempre sporchi. La difficoltà nell’impostare il gioco porta a buttare troppi palloni improbabili su Kalinic che non può quasi mai gestirli e sulle seconde palle l’Atalanta ha sempre la meglio. Il giropalla degli orobici è decisamente migliore e permette alla banda Gasperini di trovare sempre un uomo libero.
Bonaventura va in rete ma l’arbitro Fabbri annulla grazie al VAR dopo aver riguardato l’azione al monitor, fallo di mano netto di Cutrone e tra l’altro Bonaventura era anche in fuorigioco.
Il vantaggio degli ospiti arriva grazie ad una punizione difesa malissimo dal Milan. Donnarumma schiera quattro uomini in una barriera esterna, sul pallone va Gomez che è un destro da una posizione laterale destra, quatto uomini sono troppi lasciando pochi saltatori in area su una punizione che porta a pensare ad un cross, infatti è così, palla dentro, scalata tardiva e Caldara incorna su Donnarumma che respinge goffamente, il più veloce è Cristante che ribadisce in rete. 0-1.
Il Milan ci prova con Bonaventura che però viene murato in area da Berisha.
Durante l’intervallo probabilmente Gattuso ha ribaltato lo spogliatoio, infatti è un Milan diverso quello che scende in campo nella ripresa, aggressivo e che cerca il gol con furore. Dura dieci minuti, l’Atalanta guadagna campo e il Milan torna a far fatica ad impostare, manovra pressoché inesistente.
Gasperini manda in campo Ilicic. Dopo un destro a fil di palo di Borini, è proprio il serbo a siglare il raddoppio su assist dalla sinistra di Spinazzola, al termine di un contropiede lanciato da una magia di testa del Papu Gomez.
Inizia la contestazione della Curva Sud con i primi cori indirizzati ai giocatori.
Nel Milan entrano anche André Silva e Biglia ma non cambia nulla. Buona giocata del portoghese con un mancino rasoterra controllato da Berisha. Fischio finale e fischi da tutto lo stadio.
Una crisi senza fine. Salvate almeno il capodanno.
Settimane fa avevamo scritto che il fondo era stato ormai toccato da questo Milan e che bisognava risalire per non scavare. Non solo il Milan non sta risalendo e sta scavando, ma lo sta facendo con la forza di un bulldozer. Sembra inarrestabile la discesa rossonera, sembra non esserci una fine, sembra non esserci una cura o una soluzione.
I giocatori stanno rendendo ben al di sotto del loro valore, alcuni dei “vecchi” sembrano estranei, poi ci sono elementi protagonisti nelle loro ex squadre e nelle rispettive nazionali che inspiegabilmente perdono le abilità con la maglia rossonera, come i campioni della NBA nel film Space Jam con Michael Jordan. Solo che questo non è un film. Qui ci sono problemi veri che richiedono soluzioni vere. Qui ci sono investimenti veri che richiedono risultati veri. Qui ci sono sentimenti veri che richiedono rispetto. Quello vero. Perché nel calcio si può anche perdere, ma quando a Natale non sai ancora fare un’azione pulita, qualcosa sotto il punto di vista della voglia e dell’impegno probabilmente manca. Questo non è accettabile per nessun tifoso, immaginarsi se può esserlo per quello del Milan, abituato a ben altro calcio e capace di mugugnare anche contro un giocatore come il professore Seedorf, quando non mostrava la giusta voglia di sudarsi la pagnotta.
Natale e Santo Stefano potevano decisamente essere migliori, vedremo se si riuscirà a salvare almeno il capodanno, il 27 c’è il derby di Coppa Italia e Gattuso ha detto che bisogna vincerlo. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo ma forse è meglio farlo e ribadirlo, per far capire ai giocatori che il derby, soprattutto in un momento buio come questo, non è una semplice partita. È una fetta di vita.
Andrea Mutti
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