Milano 25 Dicembre – Citylife è stata come un interruttore che ha acceso un altro pezzo di città: la Milano policentrica che viaggia spedita nella modernità. Shopping district e grattacieli in una nuova piazza di cui finalmente si apprezza lo straordinario fascino architettonico. Con un dato su tutti, tra quelli pubblicati nei giorni scorsi: delle 120 mila presenze record in uno dei giorni clou, solo 4 mila persone si sono spostate in auto. Anticipazione di quella mobilità dolce che tutti sogniamo e che forse sperimenteremo, una volta terminato il supplizio dei cantieri — disseminati in centro — della nuova metropolitana.
Poi c’è Porta Nuova, che ancora cresce impetuosa, si completa, non smette di stupire. C’è il dopo Expo, uscito finalmente dalla palude in cui sembrava arenato, con i primi uffici consegnati l’altro giorno e i primi ricercatori attesi a gennaio. C’è la rivoluzione del 5G, di cui Milano sarà metropoli pilota in Europa, e che ci mostra plasticamente come l’Internet delle cose, con quello che in termini di radicale cambiamento delle abitudini si porta dietro, non è più un futuro lontano, ma è già domani. Insomma c’è tutta la forza propulsiva di una città che, elaborato il lutto dell’Agenzia del farmaco, persa in fondo proprio perché il Paese non sa tenere lo stesso passo, non ha bisogno di essere troppo celebrata, tanto più con la retorica, ormai un po’ stucchevole e perfino controproducente, del vantaggio competitivo su Roma e tutti i suoi «spelacchi». Fabio Finazzzi (Corriere)
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