L’eroe che salvò una bambina in via Brioschi rischia lo sfratto «Aiutiamolo»

Milano

Milano 29 Dicembre – Il Giorno si fa interprete di un appello di solidarietà, per dare una casa a Andrea Gibella, l’eroe che salvò una bambina nell’esplosione di via Brioschi. Proponiamo la storia raccontata da Marianna Vazzana e condividiamo l’appello

“IL 12 GIUGNO del 2016, il suo volto e la sua voce avevano riempito giornali e tivù: Andrea Gibella, che oggi ha 55 anni, era diventato “l’eroe del giorno” per aver salvato una delle due sorelline (la più grande) dopo l’esplosione del palazzo di via Brioschi. Fatto saltare in aria col gas, come si è scoperto in seguito, dal padre delle piccole che non accettava una imminente separazione dalla moglie, la quale mori durante il botto. Ora la storia è un’altra: “l’eroe” è sotto sfratto per morosità. Si mantiene facendo il dog sitter ma non riesce più a pagare l’affitto di casa, che si trova a pochi metri dal palazzo esploso. «Il 12 gennaio – racconta al Giorno- rischio lo sfratto. Ho presentato domanda per una casa popolare, domanda che è stata ritenuta «idonea, ma non so quando mi verrà assegnato un alloggio», spiega Gibella, «perché sono molto indietro in graduatoria». La sua posizione è 2.751. Da qui il suo appello per avere una sistemazione alternativa. «Non chiedo una corsia preferenziale. Solo un aiuto perché nel momento in cui dovessero sfrattarmi non saprei dove andare. Una sistemazione provvisoria, in attesa dell’assegnazione della casa». «COME dog sitter sono molto apprezzato nel quartiere – sostiene -, i proprietari mi affidano cani anche difficili da gestire. Di me si fidano perché amo gli animali e questo lavoro». Un lavoro che si è «inventato», come dice lui stesso, perché non riusciva più a trovarne uno stabile. «Fino al 2010 — racconta — ho lavorato come cartotecnico. E’ stata la mia occupazione per circa 30 anni». Divorziato dalla moglie, nel frattempo aveva affittato una casa in via Brioschi. «Poi mi sono lanciato in una nuova attività: gestivo il ristorante di un centro sportivo con una nuova compagna. Ma l’amore è finito. E ho perso pure il lavoro». Così è partita la ricerca disperata di un’altra occupazione. «Ma un po’ per la crisi, un po’ per l’età, sono rimasto tagliato fuori. Solo nel 2014 – continua – ho lavorato stabilmente, come cartotecnico, grazie a un’agenzia interinale. Poi basta. E così ho deciso di andare avanti come dog sitter “. Un lavoro saltuario, che non gli consente di pagare l’affitto di una casa privata e neppure di presentare una busta paga quando si tratta di chiedere una sistemazione alternativa. «Potrei permettermi di pagare un affitto in casa popolare», continua. «Ma anche se sono stato ritenuto idoneo non ci sono tempi certi. E sarò sfrattato tra due settimane». Per questo lancia il suo appello. «Aiutatemi». Anche in memoria del buon cuore e del coraggio che ha dimostrato di avere il 12 giugno del 2016. «E se ci fosse un’opportunità lavorativa, di qualunque tipo, non mi tiro indietro», aggiunge. UN CASO che l’opposizione sta già portando all’attenzione della città. Il capogruppo di Forza Italia in Comune, Gianluca Comazzi, chiede l’intervento del sindaco: «Gli alloggi vanno prima agli immigrati. E vergognoso che un eroe come Andrea, cittadino benemerito, rischi di trovarsi in mezzo a una strada. Il sindaco intervenga per aiutarlo». Dalla parte di Andrea Gibella, pure Silvia Soresina, capogruppo di Forza Italia in Municipio 5 e residente nello stesso condominio dell’uomo: «E una persona adorabile, sempre disponibile. Io propongo che tra i requisiti per le assegnazioni di case popolari si inseriscano anche i meriti civici. Devono poter avere un peso in graduatoria».

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