Tappo non capisce che con le femmine insistere troppo è controproducente
Tappo è un meticcio (forse un incrocio Tibetan Terrier), 10 chili di esplosiva vitalità a volte assai difficile da contenere; forse proprio per que-sta ragione il suo precedente padrone lo abbandonò vigliaccamente sei anni fa, ancora cucciolo, davanti al canile, legato al cancello d’ingresso. Il responsabile della struttura mi disse di essere accorso attirato dai suoi guaiti e di avere visto una Moto Ape verde allontanarsi velocemente. Dettagli di poca importanza, ma al momento di affidare Tappo alle mie cure, lo stesso responsabile aggiunse ai saluti un sibillino auguri!. Ben presto ebbi modo di capire che non si trattava di un’espressione di cir-costanza, gestire Tappo è davvero impegnativo e a volte stressante: non è mai stanco, neppure se lo porto in giro tutto il giorno, vorrebbe sempre stare con me, condividere tutto quello che faccio, guaisce o abbaia furiosamente se lo lascio solo per recarmi al lavoro, se esco senza portarlo con me a fare la spesa e si vendica mettendo a soqquadro la cuccia o scavando buche nel giardino, ma quello che più temo sono i suoi sguardi di rimprovero: mi fanno sentire colpevole dei peggiori delitti! Il nome Tappo venne sceso dai volontari del canile. probabilmente a causa. delle sue zampette corte quasi da bassotto; non ritengo attendibile la versione di chi maliziosamente attribuisce tale scelta alla sua protervia nel-l’insidiare le virtù di tutte le femmine della sua specie ipotizzando sconciamente chissà quali avventure erotiche.
In realtà Tappo va sempre in bianco e le sue reiterate avances si concludono con un secco diniego da parte della prescelta: forse il mio cane non ha capito che con le femmine insistere troppo è controproducente. Tempo fa ti provò con una rottweilerona ma almeno tre volte più grossa di lui la quale, dopo essersi seduta per sotto-lineare un suo rifiuto lo apostrofò come segue (chiunque abbia un cane sa che’ può parlare): senti, piccolo mostriciattolo, oggi ho deciso di essere buona, ma se non ti levi subito di torno potrei ricordarmi di essere una rottweiler! Va bene, ho capito, rispose lui, me ne vado, ma non sai cosa ti perdi! E si allontanò da lei sculettando con molta dignità. Fu quella l’unica volta che non lo vidi insistere. Da circa un anno e mezzo è venuto ad abitare con noi Birillo, un simpatico gallo tigrato che sin dai primi giorni ha stabilito un solido rapporto con Tappo. Lo portai a casa quando aveva solo due mesi, appena svezzato e forse intravide in quel strano essere peloso e morbido un surrogato di mamma gatta. Dal canto suo,Tappo, rispose fin troppo positivamente alle aspettative diventando talmente iperprotettivo nei suoi confronti da farmi sospettare una sua crisi d’identità. Ora Birillo è adulto e indipendente, esce la sera e ritorna al mattino; fino a poco tempo fa ti portava in regalo un topolino o un uccello, frutto della sua abilità di cacciatore, recentemente è però occupato con le gatte come testimoniano i graffi che rimedia lottando coi suoi rivali in amore. Al mattino, quando alzo la tapparella che dà sul giardino mi vedo venire incontro cane e gatto, l’uno proveniente dalla cuccia dove riposa la sua esuberanza, l’altro di ritorno dalle sue scorribande notturne, arrivano insieme a pretendere le coccole e la colazione. Mi si apre il cuore nel vederli così: il muso barbuto di Tappo e il musetto appuntito di Birillo, vicini vicini, come due fratelli….O come mamma e figlio…
RAFFAELLA MORONI (Libero)
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